Sold out le prime due degustazioni con Sabellico e Saccoccio, così come per la cena tributo al Moscato di Saracena ed alla Podolica Calabrese. Palazzo Mastromarchi location d’eccezione per un evento straordinario. Domani il gran finale. Esordio vincente per il Saracena Wine Festival che ieri ha inaugurato la prima giornata con la più grande degustazione dedicata al Moscato di Saracena. Un momento «straordinario» – come lo ha definito il curatore dell’evento, Giovanni Gagliardi, che accade in un luogo altrettanto unico per un vino che ha fatto la storia della viticoltura italiana ed è diventato un vero «case history che deve essere occasione di rilancio per Saracena e questo territorio» ha dichiarato Marco Sabellico, il curatore della guida vini del Gambero Rosso, arrivato nel borgo per guidare la degustazione che ha fatto registrare il sold out. Per la prima volta insieme sette moscati, prodotti dalle aziende a carattere familiare che continuano la tradizione questo vino antico e dal metodo di produzione unico, si sono ritrovati in una degustazione tecnica che ha lasciato il pubblico di appassionati, giornalisti e wine lovers davvero incantati. Maradei, Viola, Calabrese, Pandolfi, Feudo dei Sanseverino, Diana e Laurito hanno presentato al pubblico la diversità delle loro storie aziendali e la qualità dei loro moscati. Un vino «dolce e non dolce, a volte austero, asciutto, profondo, ricco, consistente» come lo ha raccontato Marco Sabellico ha saputo aiutare i produttori di Saracena per «riappropriarsi di una risorsa del territorio» con una «tradizione millenaria! Che è il vero «biglietto da visita per Saracena». Un vero «giacimento culturale e agricolo, un elisir da meditazione – ha continuato il giornalista del Gambero Rosso – che è una vera ricchezza». Tutto esaurito anche per il secondo appuntamento tecnico: la degustazione di Gae Saccoccio sui vini naturali, pensata ripercorrendo le tracce di Norman Douglas “Old Calabria”. Il Wine philosopher di Naturadellecose.com ha affascinato il pubblico per la sua profonda conoscenza delle bottiglie in degustazione, il tuo taglio culturale all’evento tecnico. «Il potenziale che c’è dietro alcuni vitigni – ha detto – è unico ed ha una storia millenaria». La diversità delle produzioni ed i colori dei vini nel bicchiere «ricordano la paletta di un pittore» e ci dicono che queste esperienze di viticoltura «non sono omologate». Grande successo anche per la cena gourmet degli chef Antonio Biafora, Emanuele Lecce, Gennaro DI Pace, Nino Rossi del collettivo Cooking Soon insieme a Filomena Palmieri che hanno regalato con i loro piatti un tributo al Moscato di Saracena e alla Podolica Calabrese, due presidi regionali Slow Food. Grande attenzione del pubblico anche per i banchi d’assaggio che ha visto protagonisti le cantine: Azienda Agricola Cerchiara, Azienda Agricola Dell’Aquila, Azienda Agricola Laurito, Azienda Agricola Pandolfi, Barone G.R. Macrì, Brigante Vigneti & Cantina, Cantine Cundari, Cantine Elisium, Cantine Viola, Casa Comerci, Ciavola Nera, Diana, Feudo dei Sanseverino, Ferrocinto, Fezzigna, Gialdino, Giuseppe Calabrese, iGreco, La Peschiera, Maradei, Statti, Tenuta Celimarro, Tenuta del Conte, Tenute Mirabelli, Terre del Gufo, , Consorzio Cirò e Melissa (con le aziende ‘A Vita, Baroni Capoano, Cantine Enotria, Cataldo Calabretta, Cote de Franze, Francesco Malena, Ippolito 1845, Librandi, Russo e Longo, Scala), il consorzio Terre di Cosenza Dop (con la collettiva delle aziende Colacino, Giraldi & Giraldi, Masseria Falvo, Poderi Marini, Serracavallo, Spadafora 1915, Tenute Paese), la rete dei produttori del Greco di Bianco con Santino Lucà e Tralcò. Domani il gran finale con Piero Sardo ed i formaggi naturali.