Con il patrocinio del Comune di Bianco l’Associazione
Culturale Magna Grecia di Bianco, presieduta da Giovanni Daniele, ha
organizzato una tappa nazionale del
Palio delle Botti di Città del vino.
Cinque squadre in rappresentanza
dei comuni aderenti a Città del vino si sono ritrovate dopo un anno di pausa, sul lungomare
di Bianco per la presentazione ufficiale sfilando in corteo per le vie della
cittadina alla testa del quale il Sindaco Aldo Canturi, il presidente Giovanni Daniele
dell’Associazione organizzatrice e tutti gli spingitori delle botti.Il Palio Nazionale delle Botti delle Città del Vino, nato
da una idea dell’Associazione Nazionale Città del Vino nel 2007, è un appuntamento
ricco di tradizione che anima le terre del vino e ogni anno cresce per numero
di partecipanti e di squadre e per l’entusiasmo con cui si affronta la sfida e
si gareggia.
La
gara consiste nel far rotolare per le vie del centro storico le botti da 5 hl che
gli spingitori devono condurre senza incorrere in alcuna penalizzazione e in un
tempo cronometrato lungo i 600 metri di
percorso per stabilire la griglia di partenza
per poi affrontare la finale su un percorso di 1400 metri.
La vittoria è andata alla squadra di S. Venerina (Ct) e a
seguire Vittorio Veneto, Furore, Bianco e Lamezia Terme. Per quest’ultima gli
spingitori sono stati Antonio Candurro, Vincenzo Cimino e Giuseppe Pugliese che,
sotto i consigli di Gregorio e Saveria Sesto hanno acquisito la
tecnica di spinta e di conduzione della botte di 500 hl per il percorso di
abilità cronometrica e della gara su un percorso tra salite e discese.
La serata si è
conclusa con la premiazione da parte dal sindaco Aldo Canturi e del presidente Gianni Daniele, con prodotti
tipici e vino passito Greco di Bianco.
Un’edizione il Palio di Bianco, pur con molte
prescrizioni e nel rispetto del distanziamento, che ha dimostrato come anche un
piccolo comune, associato a Città del
vino, possa inserirsi in un circuito nazionale
di iniziative ed eventi che spinge gli
enoturisti alla ricerca di ricchezze
culturali e di tradizioni enologiche dei territori vinicoli d’Italia.
La prossima tappa sarà il 5 Settembre ad Avio (Trento) e la finalissima a Santa Venerina (Catania).
Con il patrocinio del Comune di Bianco l’Associazione
Culturale Magna Grecia di Bianco, presieduta da Giovanni Daniele, ha
organizzato una tappa nazionale del
Palio delle Botti di Città del vino.
Cinque squadre in rappresentanza
dei comuni aderenti a Città del vino si sono ritrovate dopo un anno di pausa, sul lungomare
di Bianco per la presentazione ufficiale sfilando in corteo per le vie della
cittadina alla testa del quale il Sindaco Aldo Canturi, il presidente Giovanni Daniele
dell’Associazione organizzatrice e tutti gli spingitori delle botti.Il Palio Nazionale delle Botti delle Città del Vino, nato
da una idea dell’Associazione Nazionale Città del Vino nel 2007, è un appuntamento
ricco di tradizione che anima le terre del vino e ogni anno cresce per numero
di partecipanti e di squadre e per l’entusiasmo con cui si affronta la sfida e
si gareggia.
La
gara consiste nel far rotolare per le vie del centro storico le botti da 5 hl che
gli spingitori devono condurre senza incorrere in alcuna penalizzazione e in un
tempo cronometrato lungo i 600 metri di
percorso per stabilire la griglia di partenza
per poi affrontare la finale su un percorso di 1400 metri.
La vittoria è andata alla squadra di S. Venerina (Ct) e a
seguire Vittorio Veneto, Furore, Bianco e Lamezia Terme. Per quest’ultima gli
spingitori sono stati Antonio Candurro, Vincenzo Cimino e Giuseppe Pugliese che,
sotto i consigli di Gregorio e Saveria Sesto hanno acquisito la
tecnica di spinta e di conduzione della botte di 500 hl per il percorso di
abilità cronometrica e della gara su un percorso tra salite e discese.
La serata si è
conclusa con la premiazione da parte dal sindaco Aldo Canturi e del presidente Gianni Daniele, con prodotti
tipici e vino passito Greco di Bianco.
Un’edizione il Palio di Bianco, pur con molte
prescrizioni e nel rispetto del distanziamento, che ha dimostrato come anche un
piccolo comune, associato a Città del
vino, possa inserirsi in un circuito nazionale
di iniziative ed eventi che spinge gli
enoturisti alla ricerca di ricchezze
culturali e di tradizioni enologiche dei territori vinicoli d’Italia.
La prossima tappa sarà il 5 Settembre ad Avio (Trento) e la finalissima a Santa Venerina (Catania).
È stata un’edizione straordinaria la 6° di Calici d’oro, sia
per il significato che assume come segno della ritrovata ripartenza, sia per i
risultati intrinseci del concorso, che si è tenuta nello scenario incantevole delle
Terme Caronte di Emilio Cataldi. Una serata di celebrazione delle aziende e
degli imprenditori presenti e delle 12 medaglie di cui 11 ori e un argento del
Concorso Internazionale di Città del vino, che ha innescato quel
sano orgoglio che l’ass. l’Albero della Vite, organizzatore della serata e
presieduto da Saveria Sesto, ha voluto trasmettere perchè questi risultati siano
collettivi, condivisi e diffusi. Alle aziende vincitrici il
Coordinatore di Città del vino, il sindaco Francesco Paletta, ha consegnato gli
attestati di riconoscimento per i vini:
Librandi Antonio e Nicodemo-Duca Sanfelice 2018 Cirò DOC Riserva Rosso Classico Superiore
Soc agricola De Luca – Nettare Di Abramo Doc Cirò biologico Melissa
Statti srl –Lamezia Greco 2020 Doc Lamezia –
Viticoltori di Verbicaro Soc. Coop- Borgo Bizantino 2017 Igp Calabria
Distilleria Caffo – Vecchia Grappa Caffo
Un’occasione anche per attribuire il Premio enologo Gianfranco Biondi, un uomo che
ha creduto nella varietà autoctone e che nella sua carriera professionale ne ha
fatte tante di iniziative e di innumerevoli degustazioni, animando discussioni
e conversazioni sul vino, facendo crescere generazioni studiando e parlando di vino
A premiare i tre enologi Giuseppe Liotti, Stefano Coppola e Fabio Mecca che hanno firmato i vini di tre medaglie d’oro e’ stata la figlia, Antonella Biondi che ha regalato una foglia in ceramica che riproduce vitigni autoctoni della Calabria, creata dal laboratorio Concreta di Graziella Cantafio e una confezione di confetture di tipicità dell’azienda Suriano di Campora.
Istituito anche il primo Premio
Paolo Benvenuti,
compianto direttore di Città del vino scomparso un anno fa, che attribuiva alla
scrittura il potere di connotarci come essere umani. E’ per questo che è stato attribuito
a Paola Militano, direttore del Corriere
della Calabria, con la motivazione “Per chiarezza, impegno, coraggio e serietà
nell’esercizio del quotidiano lavoro di giornalista”, premiata dall’Ambasciatore
di Città del vino Pio Bonato. La serata ha dato poi spazio ai convenuti alla
libera degustazione dei vini con il giusto distanziamento sociale.
Il Consorzio Terre di Cosenza ha organizzato per giovedì 15 luglio un importante appuntamento informativo sul Progetto VIVA in collaborazione con le Università di Torino e di Piacenza e il Ministero della Transizione Ecologica.
Lo scopo dell’incontro è quello di comprendere il contesto del progetto e le opportunità che offre alle singole aziende e, più in generale, al contesto produttivo del nostro territorio. L’appuntamento formativo si inserisce nel piano di sviluppo del Consorzio per il prossimo futuro che prevede, tra l’altro, di intraprendere un percorso di conversione, verso la sostenibilità, dell’intera vitivinicoltura delle Terre di Cosenza.
GIOVEDI’ 15 LUGLIO – ORE 11,30 – 12,30
Saluti Demetrio Stancati, Presidente del Consorzio delle Terre di Cosenza DOP Relazioni – Fiamma Valentino, Ministero della transizione Ecologica Il progetto VIVA – Disciplinari di sostenibilità – Lucrezia Lamastra, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza La sostenibilità in viticoltura: valorizzazione del territorio e posizionamento sul mercato – Maria Dei Svaldi, Rete vini sostenibili Progetti di sostenibilità territoriale in corso
info e prenotazioni Gennaro Convertini cell. 329 6373315
Che cosa significa certificazione Equalitas per la cantina
Librandi e per la Calabria
“Per le aziende enologiche non basta più produrre seguendo criteri green, riducendo l’uso degli antiparassitari ed il numero dei trattamenti. Se si vuole essere green per davvero e fare la propria parte per una nuova economia che guardi ad obiettivi globali, sociali ed ambientali allora bisogna mettere in atto azioni che nel tempo apportino ricadute di benessere generale
E quindi abbandoniamo le vecchie idee di cantine, di vendemmia, di produzione ed impresa e proiettiamoci con un pensiero proattivo, anticipatore di problemi, e correttivo per operare secondo sostenibilità.Un termine entrato nel nostro lessico, spesso vago per molti, ma se praticato da un’impresa richiede invece un percorso di buone pratiche che si devono consolidare, concretizzare e rappresentarne la filosofia e la quotidiana vita aziendale.”
Equalitas è un protocollo
volontario del settore vitivinicolo, nato nel 2015 da un’iniziativa di Feder
doc ed Unione Italiana Vini, che fornisce una certificazione di garanzia di qualità per il consumatore.
La cantina Librandi applicando
un rigido e articolato protocollo di impegni ha ottenuto la certificazione dopo
anni di serio lavoro sui tre pilastri aziendali e su solidi requisiti sociali,
economici ed ambientali.
Rispetto a
questi ultimi l’applicazione delle buone pratiche riguarda
tutte le fasi della produzione in vigna, in vinificazione,
imbottigliamento e packaging finalizzando tutto alla riduzione
dei consumi, non solo di antiparassitari e prodotti enologici, ma di vetro
delle bottiglie (oggi più leggere 600 g contro i 750 g di prima), di etichette
su carte provenienti da filiere controllate e di fornitori certificati. Buone pratiche sociali ed economiche,
ha significato per Librandi rapportarsi al capitale umano instaurando
solide relazioni di crescita dei propri dipendenti con zero turnover in uscita,
ma nuove assunzioni qualificate attraverso stage e percorsi di formazione, nel rispetto dei quali l’azienda
applica pedissequamente il CCNL Industria alimentare, garantendo contratti a
tempo indeterminato, benefit aziendali e retribuzione media superiore alla
media territoriale. Sociale significa ancora accrescere la tutela dei piccoli
conferitori, “I Vignaioli del Cirò, attraverso la sottoscrizione
di un accordo di conformitàai
principi di sviluppo sostenibile e di una politica dei prezzi adeguata.
In relazione all’ambiente la cantina è dotata di un importante impianto fotovoltaico che
provvede a circa il 25-30% del fabbisogno energetico e per il futuro l’efficientemento energeticodi un -10% di consumo si otterrà
con l’ammodernamento degli impianti di refrigerazione ed entro il 2022, la riduzione della Carbon
Footprint(indicatore relativo alle emissioni di CO2 e
altri gas serra) e della Water
Footprint(quantità di acqua utilizzata dall’azienda) dovrà
prevedere meccanismi di compensazione delle emissioni con iniziative
sostenibili.Il percorso virtuoso si traduce in maniera oggettiva anche con le buone pratiche di comunicazione e
trasparenza verso tutti gli stakeholder e nel rispetto del welfare
aziendale connotato da valori sacrosanti: Non
discriminazione, Integrazione, Rapporto paritario, Fiducia, Diligenza, Lealtà e
Legalità.
Bilancio di sostenibilità e “codice
etico” sono visionabili e scaricabili dall’area “Sostenibilità” del sito web
librandi.it.
Dal 10 luglio e fino al mese di ottobre compreso pic nic e passeggiate tra vigneti e uliveti degustando i prodotti della tradizione
Valorizzare il territorio partendo da due identità alimentari che hanno fatto la storia della Calabria. Olio e vino si propongono come narratori degli areali di produzione e pretesto per costruire un viaggio tra la cultura, i borghi, le identità immateriali e spirituali che fanno grande ed unica la regione. Week end in campagna è la nuova proposta di eno ed oleo turismo lanciata dal Movimento Turismo Vino e Movimento Turismo dell’Olio della Calabria con il patrocinio della Regione. Da sabato 10 luglio e fino al mese di ottobre compreso le aziende dei due movimenti accoglieranno turisti, viaggiatori, appassionati di olio e wine lovers con un ricco e variegato calendario di appuntamenti per degustare olio e vino calabrese ed altri prodotti identitari dei territori. Pic nic e passeggiati tra splendidi e storici uliveti, tra i filari delle vigne coltivate sui crinali dell’appennino o a picco sul mare, incontro con i produttori, racconti delle tecniche di produzione, degustazioni e storytelling sono le chiavi di lettura di un evento esperienziale che vuole coinvolgere ed appassionare il visitatore che diventa il vero protagonista della visita nei territori.
Dopo la prima esperienza positiva di Cantine aperte che tra fine maggio ed i primi di giugno ha segnato la ripartenza dell’enoturismo ora i due sodalizi guidati da Pier Luigi Aceti (Mtv Calabria) e Antonino Anastasi (Mto Calabria) hanno deciso di fare squadra insieme per valorizzare ancora meglio la storia millenaria che in Calabria caratterizza l’olio e il vino che diventano così gli attrattori fondamentali del turismo esperienziale.
«La volontà è quella di coinvolgere ancora più turisti in un racconto emozionale che parte da due capisaldi della nostra storia agroalimentare trasformando il vino e l’olio in attrattori per disegnare un viaggio lungo il territorio. Da nord a Sud – spiegano Anastasi e Aceti – un nutrito gruppo di aziende si apriranno all’accoglienza in sicurezza mostrando il volto autentico di una terra che dell’agricoltura ha fatto occasione di rilancio economico ed ora guarda a queste identità alimentari come veri ambasciatori di una regione unica e meravigliosa, ricca di gemme gastronomiche ma anche storiche e culturali da narrare bevendo un buon calice di vino e degustando oli dal sapore straordinario».
Il
gruppo di produttori del Cirò si rivolge direttamente al Ministero della
Cultura, ex Mibac, per chiedere di scrivere la parola FINE al progetto dell’impianto eolico che si dovrebbe
inserire nell’area classica della DOC Cirò.
Un gruppo di produttori cirotani ha chiesto di
esaminare i documenti del progetto presso la Regione Calabria ed è emerso che
il Ministero non ha mai concesso ilPARERE PAESAGGISTICO ma
solo quello archeologico.
Fin
dal 2009 e poi con le successive varianti, che hanno ridotto l’impianto da 16 a
4 aerogeneratori da 180 metri, le numerose Conferenze dei Servizi che si sono
susseguite, non hanno mai tenuto conto della mancanza del vincolante PARERE
PAESEGGISTICO che rappresenta per una iniziativa di questo genere un passaggio
fondamentale.
Inoltre, in merito alla nuova richiesta di variante da
poco inviata, la Soprintendenza, ovvero l’organo territoriale del Ministero, ha
giudicato la variante IRRICEVIBILE (Verbali 9 febbraio e 18 marzo ’21).
Tale decisione è stata completamente ignorata, sia dai
rappresentanti della società richiedente che dalla stessa Conferenza dei
Servizi che ha approvato il nuovo impianto eolico sul presupposto che “nessun
ente invitato ha espresso parere contrario”.
Gli atti che hanno accompagnato questi 12 anni dalla
prima autorizzazione restituiscono tanti dettagli sull’evoluzione del progetto
e oggi i produttori insistono su due importanti aspetti per fare leva sul
Ministero:
1. successivamente al rilascio della Autorizzazione Unica sono entrate in
vigore le linee giuda per l’autorizzazione degli impianti che sottolineano
l’importanza dell’“integrazione dell’impianto nel contesto delle
tradizioni agroalimentari locali e del paesaggio rurale” […] e
“nell’autorizzare progetti localizzati in zone agricole caratterizzate da
produzioni agro-alimentari di qualità […] deve essere verificato che
l’insediamento e l’esercizio dell’impianto non comprometta o
interferisca negativamente […] sul patrimonio culturale e sul paesaggio rurale”
2. Il Quadro Territoriale Paesaggistico Regionale ha identificato tra i
beni da sottoporre a specifiche misure di salvaguardia le
zone agricole destinate a colture di pregio e dal carattere fortemente
identitario e tra queste i vigneti dell’area di Cirò, indicandole, come aree potenzialmente non
idonee agli impianti di produzione di energie rinnovabili in
quanto considerate “Invarianti strutturali Paesaggistiche”.
Come
si evince dagli organi di stampa il Dipartimento Ambiente ha nuovamente
richiesto il parere paesaggistico per il progetto. I produttori, con forza
chiedono alla Sovrintendenza di negarla definitivamente e di lasciare inviolate
le colline del Cirò.
Dopo mesi di intenso lavoro e coordinazione interna, i VAC – Vignaioli Artigiani di Cosenza sono pronti ad ufficializzare la loro presenza sul territorio calabrese e ad entrare a pieno titolo nel panorama vitivinicolo. Giovedì 24 giugno a partire dalle ore 17.30, presso l’Azienda Agricola Rocca Brettia, in località Donnici (Cosenza) si terrà la loro prima conferenza stampa nel pieno del rispetto delle normative anti-Covid, dal titolo: “L’identità inespressa. Il Vino dell’Alt(r)a Calabria tra ambizioni e promesse mancate”
“In un momento in cui il nostro territorio, con il suo Magliocco, sembra essere fuori dai riflettori, rispetto a quelle che da sempre sono state e continuano ad essere le aspettative di noi produttori calabresi, la nostra primaria esigenza è affrontare l’argomento per riportarlo al centro del dibattito” – asserisce Eugenio Muzzillo, Presidente dei VAC e titolare dell’Azienda Agricola Terre del Gufo. Ed è questo infatti il tema sul quale sarà incentrata la Tavola Rotonda organizzata per la giornata di presentazione ufficiale
I Vignaioli Artigiani di Cosenza sono una rete d’imprese, costituita da 10 piccoli produttori di vini artigianali della provincia di Cosenza con una mission ben definita: valorizzare e promuovere il territorio dell’Alt(r)a Calabria ed i suoi vitigni autoctoni, in particolare il Magliocco, riportando al centro del settore il produttore. Di seguito gli scopi per cui hanno deciso di unirsi sotto la Rete d’Imprese:
FARE
ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE
per promuovere il vino ma anche per dare visibilità alle aziende facenti parte
di questa realtà associativa.
FARE
MARKETING TERRITORIALE,
cioè avviare attività di rilancio del Territorio dell’Alta Calabria per
arrivare a costruire un’identità spendibile a livello nazionale ed
internazionale. “Per essere attrattivi bisogna essere fortemente identitari
e riconoscibili.” – sostengono i VAC. “Per realizzare questo è opportuno
lavorare sui vini e sui loro processi di produzione, ma anche e soprattutto
sulla cultura territoriale e sulle sue origini, per far emergere una Calabria
diversa da quella che è ormai diffusa nell’immaginario comune.” – rinforza Fabio Lento, socio della
cooperativa Ciavola Nera, il quale continua specificando: “tutto questo
si riversa nella riscoperta dei vitigni autoctoni. Quando parliamo di
Magliocco, parliamo anche della famiglia dei vitigni autoctoni di cui il
territorio è ricco ed ha una forte esigenza di valorizzarli.”
FARE
RETE PER UNA ECONOMIA DI SCALA MAGGIORE: l’intento è quello di innescare delle sinergie
tra piccoli produttori per sfruttare eventuali opportunità commerciali, migliorare
la capacità di acquisto ed aumentare la massa critica. Ma ancora più nello
specifico, “si tratterrebbe di creare delle relazioni sul territorio tra
quelle realtà di medio-piccola dimensione, prescindendo delle loro filosofie aziendali
e di produzione, che negli anni addietro non hanno mai trovato concretamente
spazio nel panorama vitivinicolo calabrese, al fine di riuscire a dare vita a
dei vini che siano davvero espressione del Territorio e non meri risultati di
scelte politiche.” – Spiegano meglio i VAC, che continuano: “non ci
sentiamo più rappresentati dai vini fino ad oggi disciplinati ma vogliamo
produrre vini identitari con un occhio attento alla sostenibilità, anche
attraverso percorsi lenti, riprendendo così anche processi storici, che
conferiscano valore e riconoscibilità ai nostri prodotti.”
A
differenza di luoghi ad alta vocazione vitivinicola, dove la biodiversità è
minata dalla presenza di colture altamente intensive, i vigneti presenti
nell’Alta Calabria essendo meno estesi e maggiormente intervallati dalla
presenza di vegetazione spontanea, sono nella maggior parte dei casi un modello
virtuoso sia in chiave di sostenibilità che di biodiversità. “La Calabria, per
quanto abbia un’economia ad oggi fortemente a rilento ha, a nostro giudizio,
modo di potersi riscattare ed offrire un modello nuovo di sviluppo
socioeconomico nel contesto nazionale, specialmente attraverso la
valorizzazione delle zone interne e rurali, da sempre, meno conosciute e
nobilitate. Il settore vitivinicolo, soprattutto attraverso la presenza di
piccole realtà vitivinicole disseminate nel nostro territorio, che
capillarizzate come sono sullo stesso, rappresentano dei veri e propri presidi,
può essere e deve essere da traino per il comparto economico tutto, sia in
senso verticale che trasversale rispetto al “mondo vino”.La nostra
più grande ambizione, in ultimo, è cercare di fare la differenza tra prodotto
artigianale seriale e prodotto industriale” – concludono i VAC.
Tutta
la filosofia dei VAC ed i punti sopra elencati troveranno voce all’interno del Manifesto
dei Vignaioli Artigiani di Cosenza che verrà reso pubblico a seguito
dell’evento.
I VAC (Vignaioli Artigiani di Cosenza), sono una rete di piccoli produttori
di vini artigianali della provincia di Cosenza con una mission ben definita:
valorizzare e promuovere il territorio ed i suoi vitigni autoctoni. Elemento
fondamentale di appartenenza, oltre a quello della piccola dimensione e
dell’artigianalità delle lavorazioni espresse in sintesi nel nome
dell’associazione, è da ricercare nella valorizzazione di vitigni storici (o
autoctoni) tipici della area geografica di riferimento, pur modulati nella
diversità espressiva che le diversità territoriali della DOP consentono (mare,
collina, montagna).
Il salone dei vini e gli oli meridionali di Radici del Sud è stato uno dei primi eventi che ha segnato la ripartenza del settore. L’evento ormai consolidato e giunto alla sua 16esima edizione ha confermato la sua vocazione di grande vetrina nazionale ed internazionale per i vini meridionali da vitigno autoctono.
Tanti premi ai vini calabresi e molte soddisfazioni dal concorso che si è svolto nei giorni precedenti al Salone. Ecco i vini premiati
SPUMANTI DA UVE AUTOCTONE A BACCA ROSSA GIORNALISTI INTERNAZIONALI 1° – NONSENSE 2019 BIO – CASA COMERCI – CALABRIA
GRECO GIORNALISTI ITALIANI 1° – REFULU 2020 BIO – CASA COMERCI – CALABRIA
ROSATI DA VITIGNI AUTOCTONI DEL SUD ITALIA GIORNALISTI ITALIANI 2° – SEGNO LIBRANDI CIRÒ DOC ROSATO 2020 – LIBRANDI – CALABRIA
MAGLIOCCO GIORNALISTI ITALIANI 1° – NATUS 2019 – MARCHISA – CALABRIA 2° – ‘A BATIA 2017 BIO – CASA COMERCI – CALABRIA GIORNALISTI ITALIANI 1° EX AEQUO – SANT’ANDREA 2018 – CANTINE PIACENTINI – CALABRIA 1° EX AEQUO – MEGONIO – CALABRIA IGT 2018 – LIBRANDI – CALABRIA 2° – NATUS 2019 – MARCHISA – CALABRIA
VINI BIOLOGICI GIORNALISTI ITALIANI 2° – REFULU 2020 BIO – CASA COMERCI – CALABRIA
Le giurie sono state composte dai seguenti giornalisti
GIORNALISTI ITALIANI 1° GRUPPO LUCIANO PIGNATARO – lucianopignatarowineblog – Presidente Di Giuria FRANCESCO BONFIO – AEPI SARA CINTELLI – The Wine Linker MARCO SCIARRINI – Cronache di Gusto LEONARDO PALUMBO – Enologo MAURIZIO GABRIELE – bordolese.it
2° GRUPPO FRANCESCO MUCI – Responsabile Slow-Wine Puglia – Presidente Di Giuria FRANCESCO SANTINI – Vinodabere PAOLO FRUGONI – Vinodabere ANTONIO TOMACELLI – Intravino ANGELO MAURIELLO – Enologo
GIORNALISTI INTERNAZIONALI 1° GRUPPO MAURIZIO VALERIANI – Vino Da Bere – Presidente Di Giuria – It JOSEPH DARREL – Decanter – Austria KATARINA ANDERSSON – Grapevine Adventures – Svezia TANISHA TOWNSEND – Girl Meets Glass – Francia LENA SARNHOLM – The Sound of Soil – Svezia
2° GRUPPO ANDREA TERRANEO – Presidente Vinarius – Presidente di Giuria It ULRIKA FERLIN – Freelance writer – Svezia ROWENA DUMLAO – The Chosen Table – Italy NANANYOUNG BAEK – Die Weingaleristen – Germania JENNY VIANT GOMEZ – Mas Wine
Tornano gli eventi in presenza con il Salone dei vini e
degli oli del Sud Italia che si svolgerà martedì 15 giugno 2021 dalle 15 alle
21 al Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari (BA).
L’evento del 15 giugno sarà il momento conclusivo della XVI edizione della manifestazione Radici del Sud (10-15 giugno), l’unico aperto al pubblico, dove oltre 100 aziende (qui l’elenco) presenteranno la loro gamma di prodotti. Per la prima volta saranno presenti anche produttori provenienti da Sardegna, Abruzzo e Molise, assieme a quelli di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia già presenti nelle scorse edizioni.
Le aziende calabresi:
A.A. MANNA
CASA COMERCI
CANTINE PIACENTINI
CASA VINICOLA GIALDINO
BARONE G.R. MACRÌ
LIBRANDI
MARCHISA
STATTI
TERRE DEL GUFO
TERRE DI BALBIA-Viticoltori in Altomonte
Oltre 150 invece le aziende che hanno finora aderito al
Concorso e agli incontri B2B in programma il 13 e 14 giugno sempre nell’ambito
della manifestazione. “Siamo immensamente felici di ripartire – commenta Nicola
Campanile, organizzatore dell’evento – e di poter finalmente confermare questa
edizione di Radici del Sud. Il Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari è
stato oggetto di un accurato restauro in questi mesi e oggi è la location
perfetta per svolgere eventi in sicurezza mantenendo le distanze sociali anti
Covid, grazie agli ampi spazi di cui è dotato. Qui i produttori delle cantine e
dei frantoi racconteranno in prima persona il loro lavoro e il territorio. Mi
auguro che possa essere un’occasione per molte persone di scoprire qualcosa in
più su queste meravigliose regioni e sulle loro tradizioni”.
I due giorni di Concorso, nel quale verranno testati oltre
350 vini di tutto il Sud Italia, saranno riservati a giornalisti, influencer ed
esperti di vino, suddivisi in due giurie (qui l’elenco dei giurati), una
nazionale e una internazionale, guidate da 4 presidenti italiani: Andrea
Terraneo (Presidente Vinarius), Francesco Muci (Slow Wine), Luciano Pignataro
(Lucianopignatarowineblog) e Maurizio Valeriani (Vinodabere) che metteranno in
evidenza le caratteristiche più identitarie dei vitigni autoctoni. Negli stessi
giorni si terranno nella sala Scuderie, completamente ristrutturata, gli
incontri tra produttori di vino e importatori provenienti dall’Europa e dagli
Stati Uniti, che possono giungere in Italia senza effettuare la quarantena.
La conferenza di proclamazione dei vincitori del Concorso
sarà martedì 15 giugno alle ore 11.00 nella corte del Castello, alla presenza
dei Presidenti di Giuria e di tutti gli ospiti nazionali e internazionali. Per
partecipare all’evento sarà necessario registrarsi sul sito della
manifestazione, oppure si potrà seguire la diretta sui canali YouTube e
Facebook di Radici del Sud.
La rassegna, patrocinata dal Consiglio Regionale e dal
Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia e dal Comune di Sannicandro di
Bari, si terrà nel pieno rispetto delle misure anti Covid in vigore. Un
ringraziamento a tutti coloro che hanno sostenuto questa edizione: Aepi
(Enotecari professionisti), Ais Puglia, Assoenologi PBC, Intravino,
Lucianopignatarowineblog, Slow-Wine, Vinarius, Vinodabere. Gli ingressi saranno
a numero limitato e contingentati in tre fasce orarie: dalle 15.00 alle 17.00,
dalle 17.00 alle 19.00 e dalle 19.00 alle 21.00.
A causa delle normative anti-covid gli ingressi saranno a
numero limitato e non sarà possibile accettare prenotazioni senza l’acquisto del biglietto, in quanto per
assicurare lo svolgimento della manifestazione in sicurezza gli ingressi
saranno contingentati in tre fasce orarie (15.00-17.00 /17.00 -19.00 / 19.00 –
21.00). In alternativa si potrà accedere alla Manifestazione sino ad
esaurimento posti, solo nelle fasce orarie libere.
Per acquistare i ticket d’ingresso è necessario effettuare
la registrazione a questo link. Usufruiranno di una riduzione sul costo del
biglietto tutti i soci AIS, FIS, ONAV E SLOW-FOOD e ASPI.
Per ulteriori informazion contattare la segreteria al +39.3385939322 o scrivere a info@radicidelsud.it
Foto di VITO GALLO – Radici@vitogallo_05 giugno 2017_XTVG8641_1
“Il bottino così cospicuo di 12 medaglie d’oro e una di argento, conquistate al Concorso internazionale di Città del vino, fanno rumore e producono un bel tintinnio solo a pronunciarlo: oro ai vini di Cirò ( Librandi e Brigante), oro ai vini di Lamezia (Cantina Lento e Cantina Statti), oro ai Viticoltori di Verbicaro, oro all’azienda Dell’Aera, oro ai due spumanti di Terra di Gerace, oro al passito di Saracena ( Feudo dei Sanseverino, argento al vino biologico dell’azienda De Luca di Melissa e per chiudere in bellezza oro alla grappa riserva di Caffo”.
A comunicarlo è Saveria Sesto, di Città del vino-Calabria e presidente al concorso della 10° commissione di assaggio, che con orgoglio sottolinea la grande affermazione della Calabria sia in termini di qualità che di rappresentatività.
XIX Concorso Enologico Internazionale Città del Vino MEDAGLIE D’ORO
BIODIVINO 2021 – Rassegna dei Migliori Vini Biologici MEDAGLIA D’ARGENTO De Luca Nettare Di Abramo Cirò Doc
GRAPPA AWARD 2021 MEDAGLIA D’ORO Caffo Vecchia Grappa Caffo – blend di vinacce
La selezione, organizzata
dall’Associazione nazionale Città del vino, che di recente si è tenuto a
Castelvetro di Modena è andata oltre tutte le aspettative in termini di
partecipazione (oltre 1400 campioni) dimostrando come le aziende vinicole
italiane ed estere, pur con la crisi pandemica, siano caratterizzate da vitalità,
intraprendenza, passione e tenacia.
I risultati del concorso sono una conferma
dei vitigni autoctoni, Greco Bianco, Mantonico, Gaglioppo, Magliocco, Nerello e
Moscato che sono identitari della Calabria e sono apprezzati per i profumi dei
vini che esplodono in fragranza e per struttura, sapidità e ricchezza al
palato.
Sono anche la dimostrazione che ogni
territorio esprime la sua naturale vocazione da Saracena, a Cirò, Lamezia, Locri,
Verbicaro, Simeri Crichi e che tutte le tipologia di vino superano a pieni
punteggi tutti gli standard: bianchi secchi,
rossi, riserva, passito, spumanti e per finire la grappa.
Un significato straordinario è da ascrivere a queste 13 medaglie nell’annus horribilis, alle quali attribuire la voglia di ripartire, la fiducia e il buon lavoro delle aziende che con le loro etichette esprimono la resilienza e il meglio dell’imprenditoria della Calabria sempre sostenuta dall’Associazione nazionale di Città del vino in tutte le sue azioni.
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