• Una verticale lunga 13 anni per Ceraudo

    Una verticale lunga 13 anni per Ceraudo

    di Vincenzo Alvaro

    Il racconto degli ultimi tredici anni di vita produttiva, sempre contraddistinti dalla volontà di rispettare la terra, la sua biodiversità e la valorizzazione dei vitigni autoctoni, è stata offerta dalla verticale di 4 etichette tra le più rappresentative dell’azienda Ceraudo. Aperta ad un pubblico di operatori di settore, giornalisti e sommelier l’azienda capitanata dall’istrionico Roberto, al quali nel tempo si sono affiancati i figli Susy e Giuseppe, ha permesso di assaporare la maturità produttiva di oggi e le evoluzioni dei vini figli di una passione vitivinicola sempre attenta alla ricerca della qualità e del miglioramento, anno dopo anno. Roberto Ceraudo, coadiuvato dal distributore Roberto Pellegrini e dalla figlia Susy, hanno così regalato al pubblico presente nell’azienda – immersa in quell’oasi di pace tra gli uliveti e le vigne di Strongoli – un viaggio tra sapori intensi ed emozioni di una storia fortemente legata al rispetto della natura e dei suoi tempi. Da sempre l’azienda sostiene e valorizza il lavoro tra i vigneti senza meccanizzazione, nel pieno rispetto della biodiversità, portando avanti una tecnica produttiva più legata alla mano dell’uomo che all’intervento massiccio dei mezzi di lavoro. Un rapporto di simbiosi con la vigna che si apprezza nei vini prodotti, espressione autentica del territorio e della sua identità. Quattro i vini proposti in una verticale di grande prestigio. Il Grisara Val Di Neto Igt da uve Pecorello (per le annate 2017, 2015, 2011, 2009 e 2007) ha saputo mantenersi energico e brillante nel tempo, mostrando la sua continuità ed evoluzione spinta; l’Imyr (in degustazione c’erano il 2016, 2015, 2014, 2013, 2011) è il vino storico dell’azienda con il quale Ceraudo ha saputo farsi riconoscere nel mercato dei degustatori, con la sua atipica concezione dello Chardonnay alla “calabrese” maniera. Poi il Gaglioppo con la sua declinazione in rosato nel Grayasusi etichetta argento (2017, 2015, 2014, 2011, 2010) che andando a ritroso nel tempo è rimasto carico nelle sue tonalità di colore e intenso e rotondo nel suo sapore ammaliante. Il Petraro, vino  più amato proprio dal produttore, (nelle annate 2013, 2010, 2008 e 2006), ha lasciato intatta la sua espressività vellutata e rotonda. Una serata – evento davvero unica con la sua quadrupla verticale di vini per raccontare con il bicchiere in mano la storia vitivinicola della famiglia Ceraudo. A chiudere in bellezza una cena d’autore con i piatti firmati da Caterina Ceraudo, legati anch’essi al territorio e sintesi perfetta di come passione, identità e talento possano mostrarsi in tutta la loro genuina freschezza

  • Guida Vini di Veronelli, exploit della Calabria

    Guida Vini di Veronelli, exploit della Calabria

    A Venezia, sull’Isola di San Giorgio Maggiore il Seminario Veronelli ha presentato in anteprima la nuova edizione della prima guida ai vini d’Italia e ha conferito i dieci SOLE, premi speciali assegnati dalla redazione ad altrettanti “racconti in forma di vino” rappresentativi della competenza, della creatività e dell’impegno dei vignaioli italiani. Nell’Olimpo della guida, rappresentato da solo 10 delle 16.256 etichette degustate, entra il Terre di Cosenza Colline del Crati Magliocco Riserva Vigna Savuco 2014 di Serracavallo.

    4 i vini calabresi premiati con le SUPER TRE STELLE (attribuite ai vini che hanno ottenuto giudizio uguale o superiore a 94 centesimi e che già erano ai vertici nelle annate precedenti della guida): uno del Savuto della Odoardi di Falerna (CZ), uno della zona del Cirò dell’azienda Iuzzolini e due della Baccellieri, nella storica denominazione del Greco di Bianco (RC) che ottiene addirittura il massimo riconoscimento per entrambi i vini passiti dell’azienda.

    Ecco i vini calabresi con il massimo riconoscimento della guida:

    GB di Odoardi Calabria Rosso Odoardi 2015 (M.M.) 96

    Greco di Bianco di Baccellieri Maria 2011 (M.M.) 95

    Mantonico Locride Passito di Baccellieri Maria 2015 (M.M.) 94

    Paternum Calabria Rosso di Iuzzolini 2012 (M.M.) 95

     

  • Città del Vino Calabria, Francesco Paletta (Cirò) eletto coordinatore regionale

    Città del Vino Calabria, Francesco Paletta (Cirò) eletto coordinatore regionale

    A Cosenza, presso il palazzo della Provincia, è stato designato il nuovo Coordinamento delle Città del Vino della Calabria che vede Francesco Paletta, Sindaco di Cirò, Coordinatore regionale, vice-Coordinatore Saveria Sesto, dell’Associazione L’Albero della Vite e Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza membro per il consiglio nazionale.

    Per la giunta di quest’organo individuati Anna Battaglia del Comune di Cutro, Aldo Canturi, Sindaco di Bianco e Renzo Russo Sindaco di Saracena.

    Questa la composizione rappresentativa dei comuni e delle realtà più dinamiche che hanno dimostrato tra eventi, iniziative ed attività la capacità di valorizzare i vini e le specificità locali. Il coordinamento si metterà al lavoro con il principale obettivo di far crescere l’associazione e di aggregare nuovi comuni che con l’azione congiunta possono costituire una rete di soggetti ed azioni finalizzati a valorizzare i territori della Calabria e ad esaltare la cultura enologica.

    Il 21 ottobre in Sardegna verrà eletto il nuovo presidente nazionale e il consiglio dell’associazione per il triennio 2018-2021

  • In viaggio con Slow Wine

    In viaggio con Slow Wine

    Pubblichiamo l’introduzione alla sezione Calabria della guida Slow Wine 2019.
    Nella foto un momento dell’evento in Sila con la redazione: da sinistra Giancarlo Rafele, Maurizio Rodighiero, (redattore e portavoce di Slow Food Calabria), Francesca Alcaro

    di Giancarlo Rafele*

    Se in questa Guida si potessero utilizzare delle immagini, sostituiremmo tutta questa premessa con una fotografia. Una sola. Quella scattata a Buturo, nel cuore del Parco Nazionale della Sila, durante l’evento che ha seguito la degustazione tecnica regionale. Le oltre cento bottiglie stappate, infatti, sono state portate sotto il grande leccio davanti alla Locanda Pecora Nera per una fantastica degustazione aperta agli amici che si sono arrampicati fin lassù per uno scopo nobile: l’acquisto di un defibrillatore esterno da installare davanti alla locanda, unico presìdio di resistenza enogastronomica. Nella foto che avremmo utilizzato, si vedono i tanti produttori che hanno partecipato all’evento, intenti ad aiutarci a riassettare la locanda alla fine della manifestazione. Sono sorridenti, in quella foto. Sono felici. La stessa felicità che gli si poteva leggere negli occhi durante la serata, mentre assaggiavano i rispettivi vini, mentre si scambiavano suggerimenti e consigli, mentre facevano rete. Che non è una cosa tanto usuale a queste latitudini. “Nessuno si salva da solo” ha scritto Carlin Petrini nella prefazione di un libro che parla di contadini langaroli e donne calabresi. Nessuno si salva da solo ed i produttori calabresi presenti in Guida sembra l’abbiano finalmente capito. Perchè lo stare insieme per il bene comune non può che fare bene a tutti. Ed i risultati si vedono. La qualità media dei vini calabresi è salita notevolmente, nonostante l’annata non proprio felice che ha segnato l’agricoltura.

    Allora, come abbiamo fatto qualche anno addietro, montiamo in sella, allacciamo il casco e partiamo per questo viaggio immaginario nel cuore della Calabria enologica per capire com’è andata quest’annata. A differenza di allora, la temuta Autostrada A3, oggi A2, è finalmente completata. Partiamo dal confine con la Basilicata ed usciamo subito a Campotenese, per una sosta veloce al suggestivo Parco della Lavanda. Non coltivano vigne, non producono vino, ma questi due ragazzi hanno creato dal nulla un posto che ci inorgoglisce, un bel biglietto da visita per la nostra regione. La prima uscita autostradale che imbocchiamo per il nostro lavoro è Morano Calabro, nel cuore del Parco del Pollino, per recarci a Saracena. È qui che si produce il Moscato Passito al Governo di Saracena, Presìdio Slow Food, vinificando uve Guarnaccia, Malvasia, “Adduroca” e Moscatello. Un procedimento antico che risale al Cinquecento e che fornisce un vino ambrato, particolarmente profumato. Siamo in moto, ma una bottiglia nella borsa laterale la dobbiamo mettere necessariamente. Scendiamo lungo i crinali del Monte Orosmarso, appendice meridionale del Massiccio del Pollino, dove inizia la Doc Terre di Cosenza che, a queste altitudini, costituisce senza dubbio il miglior potenziale della regione per la produzione di ottimi bianchi. Un territorio fertile non solo per l’agricoltura. Sui pendii del Massiccio che degradano sulla Piana di Sibari, infatti, vi è anche un notevole fermento di giovani agricoltori e vinicoltori che lasciano ben sperare.

    Imbocchiamo nuovamente la A2 per uscire a Rogliano, dove inizia la Doc Savuto. Questa zona ha grande tradizione di vino pregiato sin dall’antichità. Decantato da Plinio, amato dai patrizi romani ai cui banchetti non poteva mai mancare, il Savuto (Sanutum per i Latini) deriva da viti che sono piantate sulle pendici dei monti che sovrastano il fiume Savuto, da cui questo vino prende il nome. Questa zona ha da sempre avuto un andamento altalenante per quanto riguarda la qualità prodotta. Negli ultimi anni, però, i produttori sembrano aver trovato la quadra ed è sempre piacevole stappare una bottiglia di Savuto, quasi come fossimo dei patrizi. Intanto, lungo i tornanti del Monte Reventino, siamo giunti fino alla costa tirrenica. La giornata limpida, che consente la vista fino a Vulcano ed alle altre isole dell’arcipelago delle Eolie, ci porta ad abbandonare l’autostrada per la più lunga, ma sicuramente più suggestiva, SS 18 che ci porta fino a Pizzo. È su questo promontorio, e lungo i pendii di Francavilla Angitola, che da qualche anno viene coltivato nuovamente lo Zibibbo di Pizzo, apprezzato fino alla metà del secolo scorso per la sua aromaticità e adesso Presidio Slow Food. Un giovane produttore ha deciso di vinificarlo secco ed è stato un successo. Un’altra bottiglia da mettere nella borsa laterale.

    Attraverso i monti delle Serre calabresi, attraversando la parte più stretta dell’intera penisola, passiamo dalla costa tirrenica a quella jonica e percorriamo la SS 106 lungo le bianche e poco frequentate spiagge fino a Bianco. Su questi terreni si continua a coltivare da sempre il Greco Bianco, lo stesso che gli antichi greci impiantarono nel VII secolo a.C., proprio su queste colline. Ai filari di questo che pare essere il più antico vitigno italiano, si affiancano quelli di Mantonico. Entrambe le uve, dopo un sapiente ed accurato appassimento su graticci al sole, danno vita ad un tesoro dell’enologia calabrese. Senza paura di essere tacciati di campanilismo, possiamo affermare che si tratta di due vini passiti tra i più buoni al mondo. Provare per credere. Noi, intanto, ne mettiamo un paio di bottiglie in borsa e quasi rimpiangiamo un comodo bagagliaio.

     

    Ci rimettiamo in sella e manco il tempo di pensare al momento in cui assaggeremo quei vini ambrati, che siamo già arrivati a Palizzi, nell’area grecanica che si sviluppa lungo la vallata della fiumara dell’Amendolea. Lungo questi pendii i vini sanno, più che altrove, di terra e sudore, di fatica e resistenza. Dopo un po’ di foto ai paesini arroccati sulle rocce e che sono culla secolare della minoranza linguistica ellenofona, ci apprestiamo alla tappa più lunga di questo viaggio, quella che dalla parte più meridionale della Calabria ci porta a Cirò, la storia del vino calabrese.

     

    Giungiamo a Cirò Marina nella tarda serata del 10 agosto, la notte di San Lorenzo. Notte di desideri. È in atto la terza edizione del Cirò Wine Festival. Ci sono tutti i produttori di questo territorio, da quelli storici da milioni di bottiglie all’anno, ai Cirò Boys che hanno dato una svolta all’enologia calabrese e dato vita alla cosiddetta “Cirò Revolution”, alle nuove leve che si faranno le ossa. Ci sono tutti e collaborano, che non è cosa di poco conto, quaggiù. Non ci pare di aver visto qualche stella cadente, ma un miracolo pare si stia avverando. Alè

    *curatore Calabria Guida Slow Wine

    Domenica 13 ottobre la presentazione ufficiale a Montecatini Terme con la PIù GRANDE DEGUSTAZIONE DI VINO DELL’ANNO, con 473 aziende con postazione aziendale e altre 124 nelle isole regionali – CLICCA QUA per acquistare il biglietto

  • La mostra di grappoli d’uva autoctone calabresi, un modo nuovo di insegnare

    La mostra di grappoli d’uva autoctone calabresi, un modo nuovo di insegnare

    di Saveria Sesto – È tempo di vendemmia nelle vigne ed è tempo anche di far conoscere in bella mostra le uve della Calabria a studenti liceali, ad appassionati di vini ed assaggiatori.

    La collezione di 30 varietà’ di uva della Calabria tra 25   da vino   5 da tavola  è stata  allestita  dall’agronomo Saveria Sesto dell’associazione L’Albero della vite presso il Parco urbano Gancia di Lamezia Terme esponendo le varietà  più’ rappresentative, le autoctone come Nerello, Greco,  Gaglioppo, Magliocco,  Greco bianco, Greco di Bianco, Castiglione e tante altre e anche le internazionali autorizzate ( Pinot ,Chardonnay , Cabernet, Merlot ), raccolte nel  vivaio dell’azienda Maiorana di Acconia di Curinga.

    Portare in mostra i grappoli d’uva rappresenta una modalità innovativa di didattica che mira a creare competenze, concrete esperienze, a far maturare giudizi che nascono dall’osservazione diretta, dal fare  e non soltanto  dal veicolare pure informazioni.

    Il grappolo d’uva è la sintesi di un laboratorio dove confluiscono tante discipline: biologia, botanica, chimica, ampelografia, matematica   dove contemporaneamente si osservano le forme (conica, piramidale, alata e non alata), la grandezza (piccolo, grande, media), la struttura dell’acini ( a buccia sottile, e non) cogliendo le differenze  in tutta evidenza.

    Una modalità anche di comunicare la scienza e stimolare la cultura scientifica che trova alla base la curiosità e che può avvicinare i giovani al mondo agricolo e al territorio applicando il metodo scientifico.

    Ne consegue che attraverso i grappoli e le foglie la variabilità’ genetica assume chiaramente l’espressione della diversità degli individui e della biodiversità che pone la viticoltura della Calabria come importante serbatoio di materiale genetico.

    Viticoltura fa rima con letteratura per rievocare il poeta Franco Costabile, davanti alla vigna a lui dedicata che nei versi recitati da Valentina si ritrova un’attualità che non ha bisogno di commenti “ Tutti gli anni è’ una storia  …. Poi che ci fai con un vino che vendi a due soldi ….tutti gli anni è una storia “ oppure nella poesia  “Il gallo canta “ …. Al Muraglione il gallo canta e il bracciante è già nella vigna che si sputa le mani e comincia a zappare “.

  • Nuovi sommeliers calabresi con Ais

    Nuovi sommeliers calabresi con Ais

    Diplomi “col botto” e in trasferta, quest’anno, per venti nuovi sommelier dell’AIS Calabria ai quali gli attestati di superamento delle prove d’esame del terzo livello sono stati consegnati ieri a mille chilometri di distanza, in Franciacorta, impreziositi da un pranzo di gala presso il prestigioso Relais Franciacorta di Corte Franca (BS).

    I nuovi sommelier, che entrano a pieno titolo nella grande famiglia dell’AIS (35.000 iscritti, dei quali 650 in Calabria), hanno completato l’intero ciclo formativo nei corsi tenuti a San Demetrio Corone (CS) e Taurianova (RC).

    Accompagnati da Maria Rosaria Romano, presidente di AIS Calabria, i neo-sommelier hanno ricevuto i diplomi di attestato dal presidente nazionale, Antonello Maietta, che ha voluto partecipare all’evento sottolineando nel suo saluto “il valore culturale e professionale dell’offerta didattica dell’Ais” e “la ricchezza e gli stimoli della formazione permanente che l’Associazione garantisce a tutti gli iscritti”.

    Oltre la consegna dei diplomi, i sommelier calabresi hanno condiviso l’esperienza di un viaggio affascinante in uno dei distretti vinicoli più importanti d’Italia. Hanno compiuto una visita guidata e partecipato ad una super-degustazione dei top di gamma delle Cantine Berlucchi, l’azienda che più delle altre rappresenta la Franciacorta. Era il 1961, infatti, quando l’enologo Franco Ziliani proprio da Berlucchi imbottigliò il primo spumante della Franciacorta, con le stesse modalità dello Champagne. Da allora sono cambiate moltissime cose: cinquantasette anni dopo, un territorio che fino al 1961 non era neppure presente sulle carte enologiche, oggi è un’area vinicola di prima grandezza, certamente non solo a livello italiano.

    A conclusione del viaggio di due giorni in Franciacorta, infine, i sommelier calabresi hanno partecipato a un’approfondita visita e a un pranzo-degustazione nella piccola-grande Mosnel, un’azienda che è un pezzo importante di storia del vino nel cuore della Doc. Con la secolare residenza, le cantine cinquecentesche e l’annessa tenuta, Mosnel testimonia una lunga tradizione vitivinicola che attraversa anche il Risorgimento e l’epopea garibaldina. Una vocazione antica che però ha visto l’azienda aderire con entusiasmo giovanile nel 1968 alla neonata DOC Franciacorta.

  • Top Hundred 2018 di Massobrio e  Gatti

    Top Hundred 2018 di Massobrio e Gatti

    Compie 16 anni la sfida di Paolo Massobrio e Marco Gatti di individuare ogni anno 100 cantine che meritano il podio, senza mai premiare quelle degli anni precedenti.
    Top Hundred di Papillon saranno premiati a Golosaria domenica 28 ottobre. Da 2 anni sono stati aggiunti ai 100, altri vini, denominati “Fuori di top”, che rappresentano prodotti  scoperti a chiusura della selezione effettuata con degustazioni collettive. In questo caso i 40 vini, sono stati promossi direttamente sul campo o da Massobrio o da Gatti, quindi senza passare dalle degustazioni plenarie.
    A completare il quadro la scelta di 21 Cantine “Memorabili” che rappresentano quelle realtà storiche, già premiate con il Top Hundred, ma che vivono un costante miglioramento della loro offerta.

    I premi calabresi:

    TOP HUNDRED
    “Il Marinetto” 2017 Calabria Rosato SERGIO ARCURI Calabria Rosato CIRÒ MARINA (KR)
    “1915”Donnici Magliocco CANTINE SPADAFORA  2013 MANGONE (CS)

    FUORI DI TOP
    “Gaudio” Calabria Bianco 2017 MAGNA GRAECIA (pecorello, chardonnay) SPEZZANO DELLA SILA (CS)

    CANTINA MEMORABILE
    CATALDO CALABRETTA VITICOLTORE Cirò Marina (KR)

  • I premi di Vitae 2019, la guida di AIS

    I premi di Vitae 2019, la guida di AIS

    Sarà presentata a Milano il prossimo 20 ottobre ma già è stato reso il podio della guida di Ais, l’Associazione Italiana Sommelier.

    Ottengono i 4 tralci, il massimo riconoscimento 6 vini:
    Pollino Terre di Cosenza Dop 2016 di FERROCINTO
    Catà Calabria Igt 2016 di IGRECO
    Mare Chiaro Cirò Bianco Doc 2017 di IPPOLITO 1845
    Efeso Val di Neto Igt 2017 di LIBRANDI
    Terra Damia Calabria Igt 2015 di ODOARDI
    Timpamara Calabria Igt 2016 di TERRE DEL GUFO a cui viene assegnato anche il Tastevin

     

     

  • Slow Wine 2019, i premiati

    Slow Wine 2019, i premiati

    Il 13 ottobre prossimo verrà presentata a Montecatini Terme la nuova edizione della guida ai vini di Slow Food Editore con un evento che gli organizzatori a ragione chiamano  LA PIU GRANDE DEGUSTAZIONE DI VINO DELL’ANNO

    Intanto ecco i premi assegnati dell’edizione 2019:

    AZIENDE CHIOCCIOLA

    ‘A VITA
    SERGIO ARCURI

    AZIENDE MONETA

    COTE DI FRANZE
    CERAUDO

    VINO SLOW
    Aris – Cirò Rosso Classico Superiore Doc – Sergio Arcuri
    Cirò Rosso Classico Superiore Doc – ‘A Vita
    Greco di Bianco Doc – Santino Lucà
    Annibale – Calabria Igt – Le Moire

    VINO QUOTIDIANO
    Petelia – Val di Neto Igp – Ceraudo
    Cirò Bianco Doc – Cote di Franze

     

    Come si leggono i premi della guida:

    CHIOCCIOLA: simbolo assegnato a una cantina per il modo in cui interpreta valori in sintonia con Slow Food.

    MONETA: simbolo assegnato a quell’azienda che ha espresso un buon rapporto tra la qualità e il prezzo per tutte le bottiglie presentate alle nostre degustazioni.

    VINO SLOW: bottiglia che, oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a condensare nel bicchiere caratteri legati al territorio, storia e ambiente. Il Vino Slow risponde anche al criterio del buon rapporto tra la qualità ed il prezzo, tenuto conto di quando e dove è stato prodotto.

    VINO QUOTIDIANO: bottiglia di eccellente rapporto tra la qualità e il prezzo che costa fino a 10 € in enoteca.

  • Gambero Rosso 2019, l’alba di una nuova era

    Gambero Rosso 2019, l’alba di una nuova era

    Per il Gambero Rosso la Calabria è all’«alba di una nuova era» e nella nuova guida in uscita ad ottobre assegna ben 5 TRE BICCHIERI a 5 vini di 5 aziende calabresi. Un grande risultato per la Calabria del vino raggiunto grazie a questi vini:

    Gravello ’16 – Librandi

    Grisara ’17 – Roberto Ceraudo

    Moscato Passito ’17 – Luigi Viola

    Neostòs Bianco ’17 – Spiriti Ebbri

    Pecorello ’17 – Ippolito 1845

    Dall’introduzione:
    «L’aumento esponenziale delle aziende vinicole in Calabria negli ultimi anni rispecchia profondamente il fervore dei vignaioli di questo territorio ricco di storia. Protagonisti del rinascimento dell’enologia calabrese sono da un lato le nuove generazioni che hanno iniziato a lavorare nelle storiche aziende di famiglia trasmettendo nuova linfa vitale; dall’altro lato tanti giovani vignaioli che con molto entusiasmo si stanno impegnando come non mai nella valorizzazione del territorio e dei vitigni autoctoni, producendo vini originali e territoriali. Così nella viticultura calabrese si comincia a sciogliere il nodo a doppio filo che ha legato a lungo questa regione al suo passato. Oggi possiamo dire che il passato è vivo, ma in un presente che si fa futuro.»

     

    Clicca qua per leggere la notizia intera:

  • A Bianco (RC) il palio delle botti

    A Bianco (RC) il palio delle botti

    di Saveria Sesto

    A come animare il centro storico di Bianco in una calda serata agostana ci ha pensato l’Associazione Culturale Magna Grecia, presieduta da Giovanni Daniele organizzando il Palio delle Botti.

    Aderendo all’iniziativa nazionale di Città Del Vino, il 12 agosto 2018 si è svolta una tappa locale che vede per la prima volta in Calabria, una tale manifestazione. Nove squadre in rappresentanza di alcune aziende agricole e di altre realtà economiche e sociali presenti nel territorio comunale si sono date appuntamento per la presentazione ufficiale sfilando in corteo dal Santuario di Maria SS. Di Pugliano fino in Piazza Cinque Martiri, luogo dove si è svolto il Palio. In testa al corteo il Sindaco di Bianco Aldo Canturi, il Vicesindaco Pasquale Ceratti, il Presidente del Consiglio Comunale Claudio Saporito e i consiglieri, mentre i Vigili urbani hanno portato lo stendardo del Comune, a seguire tutti i componenti dell’Associazione Culturale “Magna Grecia” con gli stendardi dell’Associazione e del Palio, accompagnati dal Corteo Storico della Città di Corinaldo Combusta Revixi al suono dei tamburi ed esibizione degli sbandieratori. La gara vera e propria si è svolta in tre manche di tre squadre per volta   e la finale con le tre squadre risultate vincitrici in semifinale. La sfida è stata vinta dalla squadra dell’Azienda agricola “Ceratti” i cui spingitori hanno saputo ben condurre le botti da 5 hl senza incorrere in alcuna penalizzazione e in tempo record lungo i 600 metri di percorso. Insostituibile e precisa la collaborazione dell’Associazione Cronometristi di Reggio Calabria e dei giudici di gara per il   rispetto del regolamento e l’applicazione delle penalità previste dalle norme.

    La manifestazione, alla sua prima edizione, patrocinata dal Comune di Bianco, ha avuto un enorme affluenza di pubblico e soprattutto una grande approvazione per aver animato la cittadina affollata di turisti, rivitalizzato il centro storico e coinvolto anche un gruppo di spingitori al femminile di ragazze dello SPRAR di Bianco. Il plauso va all’Associazione Magna Grecia che prodigandosi con ogni mezzo, fantasia e creatività ha regalato una serata memorabile per divertimento, interesse e stimoli nuovi al mondo delle aziende, cantine e associazioni che si adoperano sul territorio.

    Il Palio delle Botti conclude uno straordinario anno di attività che l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Aldo Canturi ha perseguito con ogni mezzo per dimostrare come il vino sia un motore di economia che mira alla valorizzazione del vino Greco di Bianco in tutte le sue espressioni.

  • Terre di Calabria, il premio giornalistico a Bruno Petronilli

    Terre di Calabria, il premio giornalistico a Bruno Petronilli

    di Roberto Polisicchio

    Il tre settembre 2018 presso la Camera di Commercio di Cosenza si è svolta la cerimonia di premiazione del “Premio giornalistico internazionale Terre di Calabria”, nato per promuovere al meglio i luoghi e la cultura del territorio calabrese e al fine di favorire lo sviluppo del tessuto imprenditoriale con il risultato raggiunto di aver dato l’input a giornalisti di fama nazionale ed internazionale di “raccontare”, anche su testate giornalistiche estere, il valore del grande patrimonio storico e culturale di parte della nostra Regione.

    Tra la selezione dei sei articoli vincitori, (1 per ciascuna delle 4 categorie istituite Turismo Ambiente e Cultura, mestieri Imprese e prodotti, Video e Video “scuole di giornalismo” e 2 premi della Giuria), vi è quello di Bruno Petronilli – Direttore di James Magazine.

    Mi auguro che molti lettori siano attratti dalle notevoli sensazioni che si avvertono leggendo le pagine: “Tenute Pacelli, Rinascimento Calabrese”.

    Mi sono immedesimato in lui, nella pubblicazione in cui descrive i nostri incantevoli luoghi, i nostri prodotti e quella particolare dote umana fatta di sensibilità e passione che sono alla base della vita e di qualunque impresa.

    Davvero bello, per quel che può valere il mio pensiero meritatissimo il premio. Apprezzo molto sia l’iniziativa della Camera di Commercio Cosentina sia il giornalista per l’attenzione ad una terra, la nostra Calabria, tutta da scoprire, con le sue bellezze naturali e con un’infinità di prelibatezze.

    Lo scritto aiuta a far conoscere una delle zone più belle d’Italia e a scoprire interessanti aziende e si chiude, in modo sagace, con le caratteristiche comune dei “protagonisti del rinascimento calabrese … sono tutti giovani, non hanno la memoria corta, amano la propria terra, la sanno leggere, e la sanno raccontare”.

    Lui l’ha saputo raccontare splendidamente la Calabria, tramite la cantina “Tenute Pacelli”, confido di essermi commosso. Pure io ho conosciuto le sorelle Laura e Carla Pacelli (con mio figlio Giulio al mercato della FIVI – Piacenza), in circostanze più fortunate di Petronilli, poi il padre l’avvocato Francesco e la mamma Clara nella sede dell’azienda, vicino lo storico paese di Malvito (CS).

    Il brano, che parla anche di piccoli scrigni di bellezza: Civita, Altomonte, Oriolo, Morano Calabro, Fiumefreddo Bruzio, ed Aieta, mi ha colpito tantissimo: c’è quel quid in più che è raro trovare e che forse non riuscirò a trasmettere. Petronilli scrive in modo brillante di emozioni che le persone hanno in alcuni momenti e che riaffiorano nella vita,  ho percepito la semplicità dei legami umani autentici, bellissimo: “… Emozioni che ti forgiano la personalità, che vai a ricercare in ogni frangente della tua vita …” lui le ha ritrovate in  “una bollicina, da uve Riesling, si chiama Zoe”.

    L’autore, oltre allo spumante nel testo menziona i vitigni dei Pacelli (Magliocco, Calabrese, Barbera, Cabernet e Merlot) ed afferma “ oggi attorno alle Tenute Pacelli è nato un piccolo rinascimento calabrese, d’accordissimo con lui che cita le cantine Viola, a pochi chilometri, gli Chef Gennaro di Pace dell’Osteria Porta del Vaglio a Saracena, Antonio Biafora a San Giovanni in Fiore ed Emanuele Lecce, della Tavernetta di Camigliatello.

    Un articolo assolutamente da non perdere: grazie di cuore Bruno …. standing ovation.

     

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