Si terrà Domenica 28 luglio nella villa comunale di San Pietro a Maida , una delle più grandi ed affascinanti degustazioni di vini calabresi che l’estate 2019 propone.
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Calici in Villa a San Pietro a Maida (CZ)
Una location molto suggestiva farà da salotto per ospitare diciannove aziende vitivinicole regionali che metteranno a disposizione dei degustatori I loro vini, poco meno di cento diverse etichette.Lo scopo è quello di valorizzare il vino calabrese e avvicinare sempre più persone a questo prodotto che la nostra fantastica terra ci offre.Saranno presenti aziende provenienti da ogni provincia , proprio con l’intento di coprire tutto il panorama vitivinicolo regionale.Un’iniziativa che viene riproposta per la seconda edizione a distanza di tre anni, curata dall’enoteca “Enotria” di Andrea Azzarito e patrocinata dal comune di San Pietro a Maida , che vede la collaborazione della Fondazione italiana sommelier e della condotta Slow Food di Lamezia Terme.Durante la serata, si potranno degustare prodotti tipici: I salumi del “Salumificio Suppa”, I prodotti caseari dell’azienda “ABZ” ed il pecorino del Monte Poro, prodotto dall’azienda ” La nostra tradizione” di Gabriele Crudo (presidio slow food).Ad allietare I visitatori, diversi spettacoli curati da “Adamà” con Nando Brusco ed Emanuele Filella e da artisti da strada della “Compagnia fuoco e clownerie”.L’appuntamento è di quelli da non perdere.Domenica 28 luglioOre 21:00Villa comunaleSan Pietro a Maida.Le aziendeTermine Grosso Giraldi&Giraldi Tenuta Iuzzolini Cantine Lento Cantine Spadafora Azienda Agricola Garrubba Cantine Benvenuto La Pizzuta del Principe Azienda agricola Nesci Terre del Gufo Cote di Franze Az.Vinicola Tramontana Cantine Greco Cantine Statti Cantine De Mare Soc. Agricola Santa Venere Cantine Ippolito 1845 Masseria Falvo 1727 Cataldo Calabretta -
Radici Wine Experience con i vini calabresi vincitori
Lunedì 25 febbraio a Sannicandro di Bari torna l’annuale appuntamento con Radici Wines Experience.
Dalle ore 18:00 nelle scuderie del Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari sarà presentata la App Radici Guides 2019, la guida ai Vini del Sud, alle Pizzerie e ai Ristoranti della Puglia e dintorni. All’evento parteciperanno esperti di cucina, alimentazione e salute, oltre che i più rinomati chef e pizzaioli. Si affronteranno temi relativi alla corretta alimentazione, alla cultura della salute a tavola e alle materie prime utilizzate in cucina.
La serata si concluderà con la degustazione delle 70 etichette dei vini premiati nella edizione del 2018 di Radici del Sud e di alcune preparazioni degli chef e dei maestri pizzaioli.
I VINI CALABRESI VINCITORI DI RADICI DEL SUD 2018 che saranno in degustazione all’evento sono:
SPUMANTI ROSÈ DA UVE AUTOCTONE
Giuria Wine Writers
Primo Classificato
Centocamere Rosè, 2016, Barone Macri’Giuria Wine Buyers
Secondo Classificato
Dovi Rosè, 2015, FerrocintoGRECO
Giuria Wine Writers
Secondo Classificato
Greco, 2017, StattiGRUPPO MISTO VINI ROSSI DA VITIGNI AUTOCTONI
Giuria Wine Buyers
Primo Classificato
Lamezia, 2017, StattiPer maggiori informazioni scrivete a info@radicidelsud.it o visitate il sito www.radicidelsud.it
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Il Cirò e la finezza mediterranea
di Roberto Polisicchio
Straordinario l’evento tenutosi, sabato 9 febbraio 2019, presso il ristorante Abbruzzino stella Michelin, ed allestito dalla Fondazione Italiana Sommelier – Calabria. Ci sono appuntamenti imperdibili, così quando ho visto la locandina “Cirò e il gaglioppo, un’altra armonia” con la partecipazione di Matteo Gallello di Porthos, ho prenotato e ho pensato “que la fête commence …” già la festa del 50° anniversario della DOC Cirò “settima doc creata in Italia” come ha ricordato Cataldo Calabretta nel suo breve intervento.
Correva l’anno 1969 quando l’allora presidente della Repubblica Saragat firmò il Decreto Istitutivo della Denominazione di Origine Controllata Cirò.
Ad avermi maggiormente colpito della degustazione è stata la scoperta che il motore di successo dei produttori dei vini assaggiati, della famiglia Abbruzzino e del redattore Matteo Gallello risulta la regola delle tre P, che un grande maestro di vita mi instillò: Passione, Preparazione, Pazienza caratteristiche per individuare ed annoverare le persone da seguire ed apprezzare.
Ecco un breve diario della serata organizzata dalla sommelier Laura Boccuto.
Matteo Gallello, di origine calabrese, racconta della visita sul territorio cirotano nel 2016, inizialmente legge la traccia “Il Cirò racchiude l’eredità dirompente della finezza mediterranea, il vitigno Gaglioppo è il mezzo per riportarla alla luce. Attraverso lo spettro cromatico antico leggiamo la memoria dello Jonio, legata indissolubilmente a un paesaggio dolce e duro, alla sua irregolarità. Luogo e vino creano un altro concetto di armonia: altipiani che si sollevano repentini dal mare, che percorrono le valli profonde scavate dal torrente Lipuda; il tannino serrato, la partecipazione gustativa e il corpo sinuoso”. Poi parla a braccio alternandosi con Cataldo Calabretta e Francesco Maria De Franco (‘A vita); dai discorsi dei viticoltori emerge che a Cirò esiste una vigna per ogni famiglia, essi spiegano cosa vuol dire fare il vino in un grande terroir con un grande vitigno – gaglioppo – e narrano che alcuni giovani vignaioli nel 2005, a seguito dei 20.000 quintali di uva invenduta dalle loro parti, decidono di darsi da fare, “di confrontarsi e di ottenere” il loro vino del luogo. Nella vita ci sono momenti in cui è necessario prendere posizione, di agire: così avranno pensato questi giovani vignaioli che, con innato culto della difesa della zona viticola tra le più antiche d’Italia, hanno deciso di fare squadra e produrre il gaglioppo in purezza meritandosi prima l’appellativo “Cirò Boys” e subito dopo quello di Cirò Revolution: viticoltori calabresi con un’amicizia e uno spirito di collaborazione incredibile che lavorano soprattutto in vigna e poi in cantina.
Infine, l’intervento di benvenuto del patron Antonio Abbruzzino che saluta i partecipanti riferendo che il suo locale ha due carte dei vini: una nazionale ed internazionale ed una calabrese.
Ed allora prima di passare ad elencare i vini degustati con i piatti preparati dallo chef Luca Abbruzzino e dai suoi collaboratori è bene dire che tutte le portate sono state ottime ed in esse ho riletto quanto scritto da Rosalia Cavalieri “assaporare una pietanza è un susseguirsi di gesti e di sensazioni complementari in cui tutti i sensi entrano in scena, protagonisti del gusto …. respirare i profumi di un piatto, ammirare i colori e le forme, avvertirne gli aromi, riconoscere i gusti, apprezzarne le consistenze, lasciarsi pungere dal pizzicore delle spezie, sentirne il suono quando mordiamo il cibo e poi lo mastichiamo, è un’esperienza non soltanto multisensoriale, ma anche cognitiva ed emotiva” (n.d.a La passione del gusto, Il Mulino Saggi, ottobre 2016, pagg. 21).
Di seguito il menù e le etichette in ordine di degustazione:
Triglia, nduja, arance e curcuma: rosati Il fegò di Rocco Pirito e Cirò Rosato di Tenuta del Conte;
Brasato di manzo, cavolo viola e cipolla rossa: rossi Caraconessa Melissa di Fezzigna e Cirò classico Gemme di Dell’Aquila;
Plin di coniglio, burro e sugo di arrosto con polvere di anice nero: rossi Cirò classico superiore di Cataldo Calabretta e Cirò Aris classico superiore di Sergio Arcuri;
Maiale, Topinambur, cacao e pera: rossi Cirò Riserva di ‘A vita e Cirò classico superiore di Cote di Franze;
Dessert Pitta ‘Nchiusa con ‘OX vino da uve stramature di ‘A vita.
I piatti sono stati illustrati da Antonio Abbruzzino e dal personale di sala, attento e cortese; i vini, serviti dai sommelier FIS, sono stati commentati da Matteo Gallello che si è soffermato sugli abbinamenti, anche Sergio Arcuri, altro vignaiolo presente, ha parlato su qualche vino.
Veramente una bella degustazione di grandi prodotti calabresi che ha rafforzato in me la convinzione che c’è tanta gente con un immenso amore per la nostra bellissima terra!
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Una verticale lunga 13 anni per Ceraudo
di Vincenzo Alvaro
Il racconto degli ultimi tredici anni di vita produttiva, sempre contraddistinti dalla volontà di rispettare la terra, la sua biodiversità e la valorizzazione dei vitigni autoctoni, è stata offerta dalla verticale di 4 etichette tra le più rappresentative dell’azienda Ceraudo. Aperta ad un pubblico di operatori di settore, giornalisti e sommelier l’azienda capitanata dall’istrionico Roberto, al quali nel tempo si sono affiancati i figli Susy e Giuseppe, ha permesso di assaporare la maturità produttiva di oggi e le evoluzioni dei vini figli di una passione vitivinicola sempre attenta alla ricerca della qualità e del miglioramento, anno dopo anno. Roberto Ceraudo, coadiuvato dal distributore Roberto Pellegrini e dalla figlia Susy, hanno così regalato al pubblico presente nell’azienda – immersa in quell’oasi di pace tra gli uliveti e le vigne di Strongoli – un viaggio tra sapori intensi ed emozioni di una storia fortemente legata al rispetto della natura e dei suoi tempi. Da sempre l’azienda sostiene e valorizza il lavoro tra i vigneti senza meccanizzazione, nel pieno rispetto della biodiversità, portando avanti una tecnica produttiva più legata alla mano dell’uomo che all’intervento massiccio dei mezzi di lavoro. Un rapporto di simbiosi con la vigna che si apprezza nei vini prodotti, espressione autentica del territorio e della sua identità. Quattro i vini proposti in una verticale di grande prestigio. Il Grisara Val Di Neto Igt da uve Pecorello (per le annate 2017, 2015, 2011, 2009 e 2007) ha saputo mantenersi energico e brillante nel tempo, mostrando la sua continuità ed evoluzione spinta; l’Imyr (in degustazione c’erano il 2016, 2015, 2014, 2013, 2011) è il vino storico dell’azienda con il quale Ceraudo ha saputo farsi riconoscere nel mercato dei degustatori, con la sua atipica concezione dello Chardonnay alla “calabrese” maniera. Poi il Gaglioppo con la sua declinazione in rosato nel Grayasusi etichetta argento (2017, 2015, 2014, 2011, 2010) che andando a ritroso nel tempo è rimasto carico nelle sue tonalità di colore e intenso e rotondo nel suo sapore ammaliante. Il Petraro, vino più amato proprio dal produttore, (nelle annate 2013, 2010, 2008 e 2006), ha lasciato intatta la sua espressività vellutata e rotonda. Una serata – evento davvero unica con la sua quadrupla verticale di vini per raccontare con il bicchiere in mano la storia vitivinicola della famiglia Ceraudo. A chiudere in bellezza una cena d’autore con i piatti firmati da Caterina Ceraudo, legati anch’essi al territorio e sintesi perfetta di come passione, identità e talento possano mostrarsi in tutta la loro genuina freschezza
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In viaggio con Slow Wine
Pubblichiamo l’introduzione alla sezione Calabria della guida Slow Wine 2019.
Nella foto un momento dell’evento in Sila con la redazione: da sinistra Giancarlo Rafele, Maurizio Rodighiero, (redattore e portavoce di Slow Food Calabria), Francesca Alcarodi Giancarlo Rafele*
Se in questa Guida si potessero utilizzare delle immagini, sostituiremmo tutta questa premessa con una fotografia. Una sola. Quella scattata a Buturo, nel cuore del Parco Nazionale della Sila, durante l’evento che ha seguito la degustazione tecnica regionale. Le oltre cento bottiglie stappate, infatti, sono state portate sotto il grande leccio davanti alla Locanda Pecora Nera per una fantastica degustazione aperta agli amici che si sono arrampicati fin lassù per uno scopo nobile: l’acquisto di un defibrillatore esterno da installare davanti alla locanda, unico presìdio di resistenza enogastronomica. Nella foto che avremmo utilizzato, si vedono i tanti produttori che hanno partecipato all’evento, intenti ad aiutarci a riassettare la locanda alla fine della manifestazione. Sono sorridenti, in quella foto. Sono felici. La stessa felicità che gli si poteva leggere negli occhi durante la serata, mentre assaggiavano i rispettivi vini, mentre si scambiavano suggerimenti e consigli, mentre facevano rete. Che non è una cosa tanto usuale a queste latitudini. “Nessuno si salva da solo” ha scritto Carlin Petrini nella prefazione di un libro che parla di contadini langaroli e donne calabresi. Nessuno si salva da solo ed i produttori calabresi presenti in Guida sembra l’abbiano finalmente capito. Perchè lo stare insieme per il bene comune non può che fare bene a tutti. Ed i risultati si vedono. La qualità media dei vini calabresi è salita notevolmente, nonostante l’annata non proprio felice che ha segnato l’agricoltura.
Allora, come abbiamo fatto qualche anno addietro, montiamo in sella, allacciamo il casco e partiamo per questo viaggio immaginario nel cuore della Calabria enologica per capire com’è andata quest’annata. A differenza di allora, la temuta Autostrada A3, oggi A2, è finalmente completata. Partiamo dal confine con la Basilicata ed usciamo subito a Campotenese, per una sosta veloce al suggestivo Parco della Lavanda. Non coltivano vigne, non producono vino, ma questi due ragazzi hanno creato dal nulla un posto che ci inorgoglisce, un bel biglietto da visita per la nostra regione. La prima uscita autostradale che imbocchiamo per il nostro lavoro è Morano Calabro, nel cuore del Parco del Pollino, per recarci a Saracena. È qui che si produce il Moscato Passito al Governo di Saracena, Presìdio Slow Food, vinificando uve Guarnaccia, Malvasia, “Adduroca” e Moscatello. Un procedimento antico che risale al Cinquecento e che fornisce un vino ambrato, particolarmente profumato. Siamo in moto, ma una bottiglia nella borsa laterale la dobbiamo mettere necessariamente. Scendiamo lungo i crinali del Monte Orosmarso, appendice meridionale del Massiccio del Pollino, dove inizia la Doc Terre di Cosenza che, a queste altitudini, costituisce senza dubbio il miglior potenziale della regione per la produzione di ottimi bianchi. Un territorio fertile non solo per l’agricoltura. Sui pendii del Massiccio che degradano sulla Piana di Sibari, infatti, vi è anche un notevole fermento di giovani agricoltori e vinicoltori che lasciano ben sperare.
Imbocchiamo nuovamente la A2 per uscire a Rogliano, dove inizia la Doc Savuto. Questa zona ha grande tradizione di vino pregiato sin dall’antichità. Decantato da Plinio, amato dai patrizi romani ai cui banchetti non poteva mai mancare, il Savuto (Sanutum per i Latini) deriva da viti che sono piantate sulle pendici dei monti che sovrastano il fiume Savuto, da cui questo vino prende il nome. Questa zona ha da sempre avuto un andamento altalenante per quanto riguarda la qualità prodotta. Negli ultimi anni, però, i produttori sembrano aver trovato la quadra ed è sempre piacevole stappare una bottiglia di Savuto, quasi come fossimo dei patrizi. Intanto, lungo i tornanti del Monte Reventino, siamo giunti fino alla costa tirrenica. La giornata limpida, che consente la vista fino a Vulcano ed alle altre isole dell’arcipelago delle Eolie, ci porta ad abbandonare l’autostrada per la più lunga, ma sicuramente più suggestiva, SS 18 che ci porta fino a Pizzo. È su questo promontorio, e lungo i pendii di Francavilla Angitola, che da qualche anno viene coltivato nuovamente lo Zibibbo di Pizzo, apprezzato fino alla metà del secolo scorso per la sua aromaticità e adesso Presidio Slow Food. Un giovane produttore ha deciso di vinificarlo secco ed è stato un successo. Un’altra bottiglia da mettere nella borsa laterale.
Attraverso i monti delle Serre calabresi, attraversando la parte più stretta dell’intera penisola, passiamo dalla costa tirrenica a quella jonica e percorriamo la SS 106 lungo le bianche e poco frequentate spiagge fino a Bianco. Su questi terreni si continua a coltivare da sempre il Greco Bianco, lo stesso che gli antichi greci impiantarono nel VII secolo a.C., proprio su queste colline. Ai filari di questo che pare essere il più antico vitigno italiano, si affiancano quelli di Mantonico. Entrambe le uve, dopo un sapiente ed accurato appassimento su graticci al sole, danno vita ad un tesoro dell’enologia calabrese. Senza paura di essere tacciati di campanilismo, possiamo affermare che si tratta di due vini passiti tra i più buoni al mondo. Provare per credere. Noi, intanto, ne mettiamo un paio di bottiglie in borsa e quasi rimpiangiamo un comodo bagagliaio.
Ci rimettiamo in sella e manco il tempo di pensare al momento in cui assaggeremo quei vini ambrati, che siamo già arrivati a Palizzi, nell’area grecanica che si sviluppa lungo la vallata della fiumara dell’Amendolea. Lungo questi pendii i vini sanno, più che altrove, di terra e sudore, di fatica e resistenza. Dopo un po’ di foto ai paesini arroccati sulle rocce e che sono culla secolare della minoranza linguistica ellenofona, ci apprestiamo alla tappa più lunga di questo viaggio, quella che dalla parte più meridionale della Calabria ci porta a Cirò, la storia del vino calabrese.
Giungiamo a Cirò Marina nella tarda serata del 10 agosto, la notte di San Lorenzo. Notte di desideri. È in atto la terza edizione del Cirò Wine Festival. Ci sono tutti i produttori di questo territorio, da quelli storici da milioni di bottiglie all’anno, ai Cirò Boys che hanno dato una svolta all’enologia calabrese e dato vita alla cosiddetta “Cirò Revolution”, alle nuove leve che si faranno le ossa. Ci sono tutti e collaborano, che non è cosa di poco conto, quaggiù. Non ci pare di aver visto qualche stella cadente, ma un miracolo pare si stia avverando. Alè
*curatore Calabria Guida Slow Wine
Domenica 13 ottobre la presentazione ufficiale a Montecatini Terme con la PIù GRANDE DEGUSTAZIONE DI VINO DELL’ANNO, con 473 aziende con postazione aziendale e altre 124 nelle isole regionali – CLICCA QUA per acquistare il biglietto
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I passiti calabresi in scena alla Wine and Food Accademy di Parma
Wine and Food Accademy organizza “Vignaioli e territori s’incontrano a tavola!”, Sei cene con abbinamento cibo vino. Il percorso formativo si svilupperà attraverso sei cene tematiche organizzate presso il locale Arte & Gusto, dove lo chef Alfonso Francese preparerà un menù da abbinarsi ai vini dei vignaioli presenti.
Saranno trattati i concetti di terroir e le pratiche produttive e, di volta in volta, si approfondiranno argomenti inerenti la sensorialità e gli abbinamenti gastronomici.
La conduzione delle serate e l’aspetto didattico sono curati da Paolo Tegoni, enogastronomo e eocente in Cultura del vino e terroir presso l’Università di Parma e l’organizzazione generale e del vulcanico Raffaele D’Angelo, calabrese naturalizzato parmigiano che si occupa di enogastronomia da anni anche per testate specializzate e che da sempre è impegnato nella valorizzazione dei grandi giacimenti enogastronomici della sua terra di origine.
Alla Calabria tocca la sera del mercoledì 29 Novembre con un evento dal titolo Nord – sud della Calabria. I Grandi passiti calabresi incontrano i grandi formaggi erborinati della tradizione italiana I formaggi verranno presentati da Maestri Assaggiatori ONAF della delegazione di Parma e i vini, Moscato di Saracena: Abbinato a Erborinato di bufala, il Greco di Bianco doc abbinato a Erborinato di capra e infine il Mantonico al Pecorino stagionato. Saranno raccontato direttamente dai produttori Alessandro Viola e Santino Lucà per le rispettive cantine: Cantine Viola di Saracena (CS) e Cantina Lucà di Bianco (RC)
La serata si concluderà con la cena, maccheroni al ferretto con melanzane e pecorino e mousse al bergamotto, ma prima del finale si celebrerà il matrimonio tra un pecorino crotonese stravecchio e un vino rosso di struttura.
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Il Cirò a Parma alla Wine & Food Academy
“Cirò e il Gaglioppo: Tradizione e Rivoluzione” è il titolo dell’incontro che si è tenuto giovedì 13 aprile da Arte e Gusto. Composito e numeroso il pubblico di appassionati, sommelier, alunni del Master Comet, tutti desiderosi di comprende meglio le caratteristiche della viticoltura di questo estremo lembo di territorio italiano, storicamente vocato alla coltivazione della vite.
La storia della viticultura calabrese ha origini antichissime e inizia prima della colonizzazione delle popolazioni greche che si stabilirono sulle coste intorno al VI secolo a.C. Quella terra fu denominata Enotria dalla consuetudine degli abitanti di allevare la vite ad alberello sorretto da paletti (oinotron, dal greco, “paletto per la vite”). La fondazione di Crimissa, la moderna Cirò, risale al VII secolo. Proprio in questa zona i greci diedero un nuovo impulso alla viticoltura e al commercio e i vini locali divennero tra i più apprezzati del bacino mediterraneo.
L’incontro è ruotato interno alla figura di Francesco De Franco e del suo rapporto con il territorio a cui negli anni si sono avvicinati altri giovani, tutti proprietari di appezzamenti e desiderosi di approcciarsi a un altro concetto di vitivinicoltura. Anno dopo anno, grazie al continuo confronto tra di loro e all’unità d’intenti, si forma un gruppo di vignaioli, sempre più ampio, concordi sull’applicazione di un’agricoltura sostenibile, sul rispetto del territorio e dell’originalità del gaglioppo: Cataldo Calabretta, Sergio Arcuri, Vincenzo e Francesco Scilanga, Mariangela Parrilla, Assunta Dell’Aquila sono i fautori di un nuovo corso della viticoltura cirotana e calabrese.
Dopo un’accurata analisi del contesto culturale cirotano da parte di Matteo Gallello, redattore di “Porthos”, casa editrice indipendente a Roma, la narrazione del percorso di vita di Francesco De Franco è stata scandita dall’analisi dei vini a cura del sommelier Gaetano Palombella. Abbiamo assaggiato il Rosato 2015, il Cirò Classico Superiore 2014 e la Riserva 2013 dell’azienda ‘A Vita. Concluso l’incontro, la degustazione è proseguita sul banco di assaggio con le specialità del territorio parmigiano generosamente offerte dal ristorante Arte e Gusto.
La Wine&Food Academy fondata dal cutrese Raffaele D’Angelo a Parma è composta da esperti del settore enogastronomico e appassionati del buon cibo e del buon vino che si sono uniti con l’obiettivo di stimolare un dibattito sul settore e sul ruolo di Parma come Città Creativa per la Gastronomia UNESCO. La Wine&Food Academy organizza incontri con giornalisti, produttori di vino, food maker, influencer e imprenditori, aperti al pubblico per un confronto sulle tante eccellenze nel campo alimentare della nostra Penisola.
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Vini da scoprire, la presentazione
di Roberto Polisicchio
Questa frase di Walt Disney ”..non guardiamo indietro a lungo. Andiamo sempre avanti, aprendo nuove porte e facendo cose nuove, perché siamo curiosi…E la curiosità ci porta verso nuovi orizzonti”, mi ha spinto a partecipare sabato 17 dicembre 2016 all’evento “presentazione del libro e degustazione” organizzato da Vinocalabrese.it e dove sono intervenuti: uno degli autori, Giampaolo Gravina, e i vignaioli calabresi, citati nel testo, Cataldo Calabretta, Giuseppe Calabrese e Pierpaolo Greco, Damiano Mele e Michele Scrivano di Spiriti Ebbri.
L’incontro, presso l’agriturismo Calabrialcubo di Nocera Terinese (CZ), intorno un bel tavolo per un light lunch ed i vini dei produttori ha messo in risalto un sorprendente viaggio nel mondo del vino. La cultura di Giampaolo Gravina, che ha richiamato nel suo discorso “Vino al vino di Mario Soldati”, ha creato le condizioni per sorridere alla vita, davanti ad un bicchiere di vino; le emozioni offerte dalla conversazione con il co-autore e i vignaioli mi hanno fatto innamorare del libro che ho acquistato per me e per alcuni amici!
Giampaolo parla della sua esperienza, parte dall’emotività di “coltivare la scrittura” per scrivere “anche del gusto”, ricorda un po’ la sua storia professionale e quella delle guide sui vini e spiega l’idea di fare un qualcosa di nuovo. Qui si leggono bellissimi brani, gli autori hanno realizzato un testo fantastico per raccontare l’identità da riscoprire e difendere e l’amore dei vignaioli per rivalorizzare i vigneti e luoghi in cui operano. Ascoltando le parole di Pierpaolo Greco, di Giuseppe Calabrese e di Cataldo Calabretta è emerso che l’ingrediente principale dei loro prodotti, oltre all’uva, è la passione del lavoro ben fatto!
Dunque, per coloro che vorranno scoprire “nuovi orizzonti” nel mondo dell’enologia, comprare il testo è la mossa giusta: leggendo le pagine si scopriranno vini che non hanno avuto l’attenzione che meritano e un modo diverso di redigere una “guida”.
Le interessanti bottiglie proposte per la degustazione, vini in perfetta sintonia anche con i piatti tradizionali delle prossime festività di Natale, sono state le seguenti:
Cantina Spiriti Ebbri, Spezzano Piccolo (CS) (www.spiritiebbri.it):
Cotidie Neostòs Bianco 2015 (trebbiano, malvasia, pecorello);
Appianum Rosso 2015 (magliocco, gaglioppo, greco nero);
Neostòs rosso 2015 (merlot, greco nero, e guarnaccia nera).
Cantina Giuseppe Calabrese, Saracena (CS) (www.giuseppe-calabrese.it)
Bianco 2015 (guarnaccia bianca e malvasia)
Pollino Terre di Cosenza dop 2013 (magliocco in purezza)
Peppina Moscato di Saracena
Amigdala – Cataldo Calabretta Viticoltore, Cirò Marina (KR), www.cataldocalabretta.it
Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2013 (gaglioppo in purezza… ottenuto dalla selezione dei migliori grappoli delle vigne ad alberello raccolti a mano in cassetta)
Malvasia Passito Bianco (malvasia, ottenuto con l’antica tecnica della torsione del peduncolo del grappolo).
Un appuntamento e un libro che mi hanno consentito di “staccare la spina” e vivere bene qualche ora.
Armando Castagno, Giampaolo Gravina, Fabio Rizzari
Vini da scoprire
Giunti Editore – settembre 2016 euro 18,00
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A Bianco (RC) la notte del Greco
Si terrà stasera 22 agosto a Bianco, nella Locride, il Calici di Stelle della Città del Greco di Bianco che dalle 21 nella Villa Comunale “Medici” vedrà protagonista insieme al vitigno che prende il nome dal questo piccolo comune anche il Mantonico. La manifestazione prevede una prima parte istituzionale con l’amministrazione guidata da Aldo Canturi e con Claudio
Saporito, presidente del Consiglio Comunale, che ha gestito l’organizzazione dell’evento, i quali accoglieranno importanti ospiti in un talk show guidato da Massimo Tigani Sava di Local Genius che interagirà con Mimmo Vita, presidente nazionale UNAGA, l’associazione dei giornalisti agroalimentari italiani, il professor Rocco Zappia della facoltà di Agraria dell’Università Magna Graecia di Reggio Calabria, che da anni studia il Greco di Bianco e il Mantonico e Giacomo Giovinazzo, dirigente della Regione Calabria del dipartimento di Agricoltura.
Dopo questo momento di confronto saranno i vini a parlare con i produttori del territorio, l’area food gestita dalla “Ristorart Grandi Eventi” e allietata dalla musica classica di un ensamble del Conservatorio Cilea di Reggio Calabria.
Appuntamento a Bianco oggi 22 agosto 2016 ore 21 Villa Comunale
Nella foto Capo Bruzzano, nel territorio di Bianco – photo Google Maps
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La Festa del Vino di Frascineto (CS)
Appuntamento domenica 19 agosto con i produttori locali e la degustazione di prodotti tipici del territorio del Pollino. A Frascineto tutto è pronto per la terza
edizione de “La festa del vino” che sarà trasmessa in diretta su Jonica Radio, network in fm al quale è stato demandato il compito di animare la serata con musica dal vivo. Stand gastronomici daranno la possibilità ai visitatori di degustare i piatti della cucina tipica. Protagonisti dell’evento i produttori vitivinicoli locali Vignaioli del Pollino, Casalnuovo del Duca, Azienda Agricola Rizzo. Da anni Frascineto fa parte dell’Associazione nazionale Città del Vino e l’Amministrazione comunale intende promuovere i prodotti enogastronomici del proprio territorio con questo ed altre similari iniziative. (fonte ABMreport)
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“Emozionati nel Borgo” di Carfizzi (KR)
A Carfizzi le strade della cittadina, guidata da Sindaco, Carmine Maio, e appena insignito con la medaglia di Cangrande dal presidente della Repubblica Mattarella come Benemerito della vitivinicoltura italiana, si trasformano in una grande esposizione delle eccellenze calabresi dove il visitatore viene coccolato con il gusto genuino e sano dei prodotti identitari che vanno dal Pollino allo Stretto.
Si chiama “Emozionati nel borgo” la manifestazione promossa dal Comune di Carfizzi, in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Calabria, il Gal Kroton, l’APZ e l’APOCC. In tavola c’è il meglio della produzione agroalimentare del territorio calabrese, dal vino ai formaggi, dal pane ai salumi, dal miele ai frutti di una terra tanto generosa quanto eccellente. Un percorso enogastronomico di primo piano che trova spazio ed accoglienza tra le mura e le case del borgo arbreshe.
L’iniziativa quest’anno, che si svolgerà il 3 agosto prossimo dalle 21 in poi, ha il logo di Rosso Calabria e vede la partecipazione delle più importanti aziende calabresi del vino: Russo&Longo, ‘ A Vita, Sergio Arcuri, Salvatore Caparra, Librandi, Statti, Santa Venere, Baroni Capoano, Senatore vini, Caparra e Siciliani, Tenuta Iuzzolini, Du Cropio, De Luca, Odoardi, Barone GR Macrì, Ferrocinto, Colacino Wines, Francesco Malena, l’Acino, Cataldo Calabretta, Scala, De Mare, Ippolito 1845.
Da Piazza Tassone fino a Largo Scanderberg ogni angolo della cittadina diventa una location per ospitare stand enogastronomici presso i quali il pubblico potrà degustare le prelibatezze di una terra che ha nel suo scrigno produzioni eccellenti frutto del lavoro sapiente di produttori che, nel tempo, hanno saputo coniugare tradizione ed innovazione.
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Calici in Villa a San Pietro a Maida
Domenica 07 agosto dalle ore 20:30 l’enoteca Enotria di San Pietro a Maida ha organizzato un evento dedicato al vino calabrese dal titolo “Calici in villa”. Alla chiamata di Andrea Azzarito, titolare dell’enoteca, hanno risposto 17 aziende per dar vita ad evento pubblico nella suggestiva villa del paese della piana di Sant’Eufemia. Banchi d’assaggio per le aziende e un’area food dove degustare i migliori prodotti della gastronomia regionale e la musica del duo acustico soul Black Sheep faranno da corollario all’iniziativa. Ecco le aziende
Scala Cantine e vigneti
Tramontana
Russo&Longo
Spiriti Ebbri
Masseria Falvo
Tenuta Iuzzolini
Ippolito 1845
Francesco Malena
Terre del gufo
Tenuta Terre Nobili
L’Acino
Casa Comerci
Ferrocinto
Giraldi&Giraldi
Antiche Vigne
La Peschiera
Serracavallo
Lo stesso evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione Italiana Sommelier Calabria e patrocinata da AssoCap (associazione commercianti e attività produttive) di San Pietro a Maida.