Ultime notizie

  • Riaprono le cantine Odoardi a Nocera Terinese (CZ)

    Riaprono le cantine Odoardi a Nocera Terinese (CZ)

    Dopo un lungo periodo di chiusura a causa di questioni giudiziarie finalmente risolte, Gregorio Lillo Odoardi può riprendere le attività della sua azienda, storica e blasonata cantina calabrese.

    Apprendiamo la notizia dal servizio di Tiziana Bagnato per LaC News 24 diretta da Pasquale Motta

    A questo link il video del servizio CLICCA QUA

  • Il Vinitaly salta al 2022

    Il Vinitaly salta al 2022

    Veronafiere posticipa al 2022 la 54a edizione di Vinitaly, Salone internazionale dei vini e dei distillati, in calendario dal 10 al 13 aprile del prossimo anno. «Le permanenti incertezze sullo scenario nazionale ed estero e il protrarsi dei divieti ci hanno indotto a riprogrammare definitivamente la 54a Veronafiere posticipa al 2022 la 54a edizione di Vinitaly, Salone internazionale dei vini e dei distillati, in calendario dal 10 al 13 aprile del prossimo anno. «Le permanenti incertezze sullo scenario nazionale ed estero e il protrarsi dei divieti ci hanno indotto a riprogrammare definitivamente la 54a edizione della rassegna nel 2022 – ha detto Maurizio Danese, presidente di Veronafiere SpA –. Si tratta di una scelta di responsabilità, ancorché dolorosa; un ulteriore arresto forzato che priva il vino italiano della sua manifestazione di riferimento per la promozione nazionale e internazionale. In attesa che lo scenario ritorni favorevole – conclude Danese – Vinitaly continua a lavorare congiuntamente con tutti i protagonisti anche istituzionali del settore, a partire dal ministero delle Politiche agricole e Ice-Agenzia oltre a tutte le associazioni e le categorie, per continuare a supportare la competitività del vino made in Italy sia sul mercato interno che sui Paesi già proiettati alla ripresa, Usa, Cina e Russia in primis». In quest’ottica, prosegue il ceo di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «Confermiamo OperaWine con la presenza di Wine Spectator e delle top aziende del settore individuate dalla rivista americana per il 10° anniversario dell’iniziativa che rimane in programma il 19 e 20 giugno prossimo a Verona. L’evento, tutto declinato alla ripartenza del settore, grazie alla partecipazione di stampa e operatori nazionali e internazionali – commenta Mantovani – farà anche da collettore e traino a tutte le aziende del vino che vorranno partecipare a un calendario b2b che Veronafiere sta già approntando». Operawine sarà preceduta, sempre a giugno, dal Vinitaly Design international packaging competition (11 giugno) e da Vinitaly 5 Stars Wine The book (16-18 giugno). Mentre la Vinitaly international Academy (21-24 giugno) chiuderà gli eventi estivi in presenza. Tra le novità anche un evento eccezionale di promozione a forte spinta istituzionale a ottobre prossimo e che traghetterà il settore alla 54a edizione di Vinitaly nel 2022. Prosegue Giovanni Mantovani: «Si tratta di Vinitaly-edizione speciale, una manifestazione rigorosamente b2b che segnerà la ripresa delle relazioni commerciali nazionali e internazionali in presenza a Verona dal 16 al 18 ottobre». «Vogliamo mantenere viva l’attenzione del mondo sul vino italiano, uno degli ambasciatori più significativi del Made in Italy – afferma, presidente di ICE Agenzia, Carlo Ferro –. Le iniziative messe in campo da Veronafiere per mantenere il file-rouge tra Vinitaly 2019 e 2022, con l’edizione di Vinitaly-edizione speciale e le altre manifestazioni che faremo insieme hanno questo obiettivo. Senza soluzione di continuità, nonostante la pandemia mondiale e grazie all’impiego di nuovi strumenti in chiave di commercio digitale. Faccio i miei auguri a tutto il team di Veronafiere e ai produttori vinicoli con la convinzione che gli eventi in programma per il 2021 contribuiranno a sostenere l’eccellenza del nostro Paese». In attesa della ripresa degli eventi fisici nel nostro Paese, Vinitaly prosegue in presenza sui mercati internazionali, a partire dalla Russia con le tappe a Mosca e a San Pietroburgo in programma dal 23 al 25 marzo. Dal 3 al 6 aprile sarà la volta di Vinitaly Chengdu e poi a giugno di Wine to Asia (Shenzhen, 8-10 giugno). E sarà ancora la Cina ad aprire con il road show il calendario estero autunnale di Vinitaly (13-17 settembre) prima di trasferirsi in Brasile per la Wine South America (22-24 settembre). Veronafiere, inoltre,
    mette a disposizione il proprio know how per realizzare ulteriori eventi di promozione in altri mercati obiettivo per il settore. La decisone dello spostamento di Vinitaly è stata condivisa con le organizzazioni e associazioni della filiera vitivinicola e agricola. Di seguito, in ordine alfabetico, le dichiarazioni di: Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare, Assoenologi, Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini (Uiv). «Prendiamo atto della decisione di posticipare la 54a edizione di Vinitaly al 2022 – afferma il coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza cooperative agroalimentari, Luca Rigotti –. Una scelta certamente non facile ma che, alla luce dell’attuale situazione sanitaria, è in linea con quanto auspicato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane-Agroalimentare. Accogliamo con favore, inoltre, le altre iniziative di promozione proposte da Veronafiere per i prossimi mesi: l’aspettativa è poter entrare finalmente in una fase caratterizzata da un maggiore livello di sicurezza e da minori incertezze per il comparto vitivinicolo, condizioni necessarie anche per poter rilanciare, grazie all’esperienza ed alla competenza di Veronafiere, il settore
    vitivinicolo a livello internazionale».

    Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella «la decisione assunta da Veronafiere di posticipare al 2022 la 54a edizione di Vinitaly va nella direzione suggerita dalla filiera del vino, ma soprattutto tiene conto del perdurare di una situazione di grave difficoltà generata dall’emergenza pandemica, che non ha ancora trovato una risposta risolutiva nella vaccinazione. Una scelta di responsabilità che condividiamo ampiamente, così come siamo pronti a sostenere le altre iniziative, annunciate da Veronafiere e messe in calendario sia per il prossimo giugno, che per l’ottobre. È necessario da parte del mondo del vino farsi trovare pronto al giorno della ripartenza dei mercati e quindi è molto importante tenere alta l’attenzione anche con manifestazioni capaci di creare relazioni nazionali e internazionali e interesse verso il nostro settore. Ma ancora più importante sarà il sostegno che il governo italiano e l’Europa sapranno mettere in campo a favore dell’intero agroalimentare che, dopo oltre un anno di pandemia, sta accusando il peso della crisi al pari degli altri settori dell’economia nazionale».

    «Siamo a fianco di Veronafiere per continuare a sostenere il settore, tutte le aziende e i produttori che ogni giorno contribuiscono a rendere il vino una delle eccellenze del Made in Italy riconosciuta in tutto il mondo – dice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino –. La pandemia ancora morde e costringe a un ulteriore rinvio degli eventi in presenza, ma siamo pronti a lavorare insieme al Vinitaly per supportare, in questa fase difficile, un comparto prezioso per l’agroalimentare con una produzione del valore di circa 12 miliardi di euro e una reputazione imbattibile».

    «Lo spostamento del Vinitaly è un atto dovuto per consentire la partecipazione anche degli operatori stranieri e sostenere il successo del prodotto agroalimentare made in Italy più esportato nel mondo dove, nonostante la pandemia, il vino ha fatturato 6,3 miliardi di euro nel 2020» afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare l’importanza del programma dei prossimi appuntamenti di Veronafiere a partire da OperaWine.

    «La decisione di Veronafiere, benché dolorosa, va nella giusta direzione – commenta presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Apprezziamo in particolare la capacità di resilienza e di proposta variegata in un momento molto difficile per il comparto vino. Confagricoltura dà pieno appoggio a Veronafiere e all’intero settore fieristico agroalimentare nazionale. Siamo convinti che occorra sostenere la validità del sistema italiano ed evitare pericolose aperture ad altre realtà internazionali. Riteniamo inoltre che la Fiera di Verona, con le sue attività e il Vinitaly, sia un validissimo strumento di promozione e di immagine per tutto il comparto vitivinicolo italiano. Auspichiamo pertanto di ripartire a pieno ritmo nel 2022, dando ampio risalto alle iniziative in programma da oggi fino alla prossima edizione del Vinitaly, insieme alle nostre imprese che fanno grande nel mondo l’Italia del vino».

    Per il presidente di Copagri, Franco Verrascina, «la scelta di Veronafiere, seppure dolorosa, conferma la serietà dell’ente fieristico e la volontà di sostenere i viticoltori al meglio in questo momento critico. Ci mettiamo a disposizione per collaborare ed essere al fianco di Veronafiere nel programmare sia la 54a edizione di Vinitaly che per l’evento speciale di ottobre, dando un segnale al mondo vitivinicolo per la promozione e valorizzazione dei grandi vini italiani».

    «È un grande dispiacere l’annuncio del rinvio, ma la realtà della pandemia non lascia spazio ad ipotesi alternative: abbiamo difficoltà a programmare viaggi e contatti, avremmo difficoltà nell’accogliere gli ospiti negli stand – afferma Sandro Boscaini, presidente di Federvini – ma il secondo rinvio amplia il vuoto che Vinitaly lascia. Abbiamo necessità di contatti internazionali, abbiamo necessità di presentare i nostri prodotti e restare in contatto con il grandissimo numero di operatori nazionali ed internazionali che affluivano a Verona. Siamo certi che l’esperienza e la professionalità di Vinitaly, con l’aiuto di ICE Agenzia, possano essere di grandissimo aiuto per le nostre Imprese, con formule e proposte da studiare rapidamente insieme».

    «Comprendiamo e condividiamo le ragioni che hanno portato Veronafiere al rinvio della manifestazione di riferimento per il vino italiano – spiega il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona –. Riteniamo però che sia fondamentale in questo difficile momento tenere acceso il motore della promozione e perciò appoggiamo l’intenzione di Vinitaly di sostenere il settore anche nel corso di quest’anno attraverso l’organizzazione di eventi mirati in favore del business e dell’immagine internazionale del vino tricolore».

    «Non posso che rimarcare il dispiacere di dover rinunciare anche quest’anno al Vinitaly, la principale manifestazione di riferimento del settore vinicolo italiano – commenta il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro –. Una manifestazione ricca di eventi, rassegne, degustazioni e workshop mirati all’incontro degli espositori con gli operatori del settore nazionali ed internazionali, che ha contribuito al successo del vino italiano nel mondo ricordando che il settore enologico è uno dei pilastri del successo del made in Italy nel mondo. Chiediamo al Governo di considerare il grande danno economico che questa decisione comporta e di prevedere aiuti concreti per mantenere alta la competitività internazionale del nostro settore fieristico».

    Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

  • Nasce la Comunità del Presidio Slow Food del Moscato di Saracena

    Nasce la Comunità del Presidio Slow Food del Moscato di Saracena

    La rete di produttori di Saracena si organizza in comunità e rinnova il suo impegno per produrre e promuovere l’antico vino passito del Pollino.

    Il Presidio Slow Food attivo dal lontano 2004 vede oggi rafforzare e rilanciare il progetto con un patto di collaborazione tra aziende storiche e nuove realtà. Il gruppo è composto da Cantine Viola, Feudo dei Sanseverino; Azienda agricola Diana; Giuseppe Calabrese e Franco Laurito.

    Ai produttori è giunta anche la lettera del fondatore Carlo Petrini «Carissimi produttori, vi scrivo queste poche righe per darvi il benvenuto nella grande e meravigliosa famiglia Slow Food. L’adesione e la vicinanza di realtà come la vostra rafforzano tutto il nostro movimento e ci aiutano nell’impegno quotidiano che dedichiamo alla grande sfida di costruire e rafforzare sistemi alimentari che siano buoni, puliti e giusti per tutti»

  • Il Papa nel viaggio in Iraq beve i vini calabresi della Cantine Lento

    Il Papa nel viaggio in Iraq beve i vini calabresi della Cantine Lento

    di SAVERIA SESTO
    È una bella soddisfazione per le Cantine Lento di Lamezia Terme aver fornito i vini per il viaggio del Pontefice in Iraq.

    I vini bianchi Lamezia Greco Doc 2019 e il Dragone 2019 e i rossi Magliocco e Federico II 2016 sono stati serviti a bordo del volo papale Alitalia Roma-Baghdad a circa 130 persone, tra pontefice, lo staff del Vaticano, una settantina di giornalisti, personale della compagnia aerea e vari addetti alla sicurezza.   

    L’azienda Lento di Lamezia Terme si aggiudica questo risultato superando la selezione tra i fornitori ufficiali di Alitalia, sia nelle verifiche della commissione di degustazione, sia in quella della sicurezza, rispondendo ai rigidi protocolli in epoca Covid” ha dichiarato la responsabile aziendale Manuela Lento, orgogliosa di questo importante risultato.

    Una bella sfida centrata anche in poco tempo dovendo procedere all’imbottigliamento straordinario di bottiglie in formato mignon da 186 ml, all’etichettatura e al confezionamento delle stesse in singole confezioni per le quali Danila Lento, che si occupa della produzione, ha dovuto attrezzarsi per rispondere nei tempi di consegna e secondo le rigorose modalità prescritte.

    Il vino Lento, a bordo di Alitalia, nel viaggio apostolico del Papa restituisce un senso di orgoglio e di prestigio aziendale e ne consegna un ruolo di ambasciatore di un sentimento collettivo di speranza e di rinascita, nel dialogo tra i popoli in pace e con giustizia, come lanciato dal profondo messaggio da Papa Francesco.

    foto La Presse

  • 2 milioni di euro per ristrutturare 80 vigneti

    2 milioni di euro per ristrutturare 80 vigneti

    Pubblicata la graduatoria definitiva della misura “Riconversione e ristrutturazione vigneti”, relativa all’annualità 2020-2021.

    Con questa misura gli imprenditori vitivinicoli potranno intraprendere azioni di riconversione varietale, ristrutturazione mediante diversa collocazione o modifica della forma di impianto e coltura e miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti.

    Il finanziamento delle 81 domande di aiuto risultate ammissibili e finanziabili, a fronte del rapido lavoro di istruttoria effettuato dal dipartimento Agricoltura, trova copertura finanziaria nel Piano nazionale di sostegno al settore vitivinicolo, campagna 2020-2021, gestito dal Mipaaf che, per questa misura, ha assegnato alla Regione Calabria risorse per oltre 2 milioni di euro.

    Le domande risultate ammissibili verranno finanziate per un importo complessivo di 1.872.299,04 euro, dei quali 1.802.586,54 destinati a 78 beneficiari, con pagamento a fideiussione, e 69.712,50 a tre beneficiari, con pagamento a saldo.

    A circa due mesi dalla pubblicazione degli elenchi provvisori, la commissione di valutazione istituita dal dipartimento Agricoltura ha verificato la posizione delle diciassette istanze di riesame pervenute, accogliendone dieci.

    fonte Regione Calabria

    Al link la graduatoria provvisoria
    Delle 25 domande NON RICEVIBILI/NON AMMISSIBILI, 17 hanno presentato istanza di riesame e di queste 10 sono state accolte:

    http://www.calabriapsr.it/images/pdf/Docsitonews/doc-avvisi-no-psr/13833_Vigneti.pdf

  • Sono calabresi il miglior spumante bianco e il miglior rosato del Sud

    Sono calabresi il miglior spumante bianco e il miglior rosato del Sud

    Si è appena conclusa l’edizione 15 del concorso dedicato ai vini meridionali da vitigno autoctono. La Calabria, come negli ultimi anni, si conferma una regione del vino in grande ascesa. Lo confermano i risultati ottenuti dai vini calabresi nelle diverse batterie dove hanno concorso.

    Il metodo classico bianco della Barone Gr. Macrì di Locri si aggiudica il primo posto nella sua categoria e fa coppia con il primo posto assoluto ottenuto del Rosato di Statti di Lamezia.
    Altri importanti risultati vanno al bianco da uve greco di Casa Comerci di Badia di Nicotera (VV) con un secondo posto e 2 premi se li aggiudica il Fervore di Terre di Balbia di Altomonte (CS) con un secondo posto assoluto tra i vini bio del concorso e un 3 posto nei gruppo misto dei vini rossi.

    LE PERFORMANCE DEI VINI CALABRESI

    – categoria SPUMANTI BIANCHI
    1° posto – CENTOCAMERE BIANCO, BARONE G.R. MACRÌ, CALABRIA, 2019

    – categoria ROSATI DEL SUD
    1°posto – LAMEZIA DOC ROSATO, STATTI, CALABRIA, 2019

    – categoria GRECO
    2° posto – RÈFULU, CASA COMERCI, CALABRIA, 2019, BIO

    – categoria GRUPPO MISTO VINI ROSSI
    3° posto – FERVORE, TERRE DI BALBIA-VITICOLTORI IN ALTOMONTE, CALABRIA, 2016, BIO

    – categoria VINO BIO
    2° posto – FERVORE, TERRE DI BALBIA-VITICOLTORI IN ALTOMONTE, CALABRIA, 2016, BIO

    I risultati consultabili a questo indirizzo LINK

    A giugno 2021 torna il salone
    RADICI DEL SUD 2021 – Salone dei vini e degli oli del Sud
    Dove: 
    Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari (BA)
    Apertura al pubblico: 14 giugno 2021
    Orario: dalle 16.00 alle 22.00
    Ingresso: kit di degustazione €15 (comprensivo di bicchiere, sacca portabicchiere e quaderno di degustazione)Il Salone dei vini del Sud torna in giugno 2021

  • Antichi vitigni cosentini ri-scoperti e registrati

    Antichi vitigni cosentini ri-scoperti e registrati

    Alcuni tra i più importanti vitigni storicamente presenti del cosentino, e non solo, sono stati iscritti nel Registro nazionale delle varietà di vite grazie alle modifiche ed integrazioni apportate con il Decreto 10 febbraio 2021 del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Con questa ultima iscrizione si concludono le attività avviate nel 2016, aventi l’obiettivo di tutelare e garantire alla viticoltura del cosentino l’utilizzo dei vitigni storicamente presenti sul territorio provinciale, come già fatto con il Magliocco Dolce e il Brettio Nero.

    Klaus Algieri – Presidente Camera di Commercio di Cosenza


        “Le attività sono andate oltre i risultati previsti e la Camera di Commercio di Cosenza, che da sempre è impegnata attivamente nella tutela e valorizzazione dei prodotti di qualità, è lieta di aver contribuito, sostenendo fin dall’inizio tale iniziativa, che ha portato ad una proficua collaborazione tra il Consorzio di Tutela della DOP Terre di Cosenza, associazioni di categoria, enti di ricerca, comune di Verbicaro, Altomonte e Dipartimento di Agricoltura della Regione Calabria come mai si era fatto fino ad ora“, afferma Klaus Algieri, Presidente della Camera di Commercio di Cosenza.
        Le attività realizzate dal gruppo di ricerca costituito dal CRSFA “Basile Caramia”, dall’ARSAC e dal Sinagri srl (spin-off dell’università degli studi di Bari), hanno portato all’iscrizione del Lagario Nero presente nell’alto Jonio cosentino, del Grecarese Nero coltivato nell’alto tirreno cosentino ed in particolare a Verbicaro, dove è localmente denominato “Greco Nero di Verbicaro”, del Negrellone Nero presente nelle antiche vigne dei comuni di Montepaone e Gasperina ed in conservazione presso i campi collezione dell’ARSAC. Si è giunti, inoltre, al riconoscimento di importanti denominazioni tra cui il Vujino coltivato a Verbicaro e la Duraca presente nei vigneti delle zone rurali di Verbicaro e Saracena, dove contribuisce all’ottenimento di prodotti identitari di alta qualità.
        Si conclude anche il lavoro di recupero dell’antico vitigno citato da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia”, il famoso Balbino di Altomonte. “Tale vitigno è già stato avviato a delicate fase di miglioramento sanitario per la produzione di materiale di moltiplicazione in linea con le normative fitosanitarie vigenti, in modo da garantire la futura fornitura di barbatelle certe sia dal punto di vista genetico che sanitario“, aggiunge il dott. Vincenzo Roseti, referente del gruppo di ricerca pugliese ma calabrese, di Saracena (CS) di origine. (ANSA).

    Al centro Vincenzo Roseti
  • Corsi on line di avvicinamento alla degustazione con Ais Calabria

    Corsi on line di avvicinamento alla degustazione con Ais Calabria

    AIS Calabria presenta ON AIS, incontri di avvicinamento al vino e non solo in 4 serate online con i relatori dell’associazione per trasmettere i primi rudimenti e imparare a conoscere il mondo della degustazione e dell’abbinamento: VINO, BIRRA, OLIO.

    Gli appuntamenti, dalle ore 20:30 alle ore 21:45

    martedì 2 marzo – Approccio alla degustazione del vino

    martedì 9 marzo – I principi dell’abbinamento

    martedì 16 marzo – L’olio extravergine e l’abbinamento

    martedì 23 marzo – La birra e la degustazione

    COSTO

    singolo incontro 15 euro

    per i 4 incontri 50 euro

    Verrà rilasciato attestato di partecipazione AIS Calabria

    Iscrizioni aperte fino al 23 febbraio 2021.

    INFO E PRENOTAZIONI
    Segreteria AIS Calabria tel. 0984 1810655 (anche whatsapp)

  • Un calabrese tra i 20 migliori vini al mondo sotto i 20 dollari

    Un calabrese tra i 20 migliori vini al mondo sotto i 20 dollari

    Arriva la notizia dagli States che tra i migliori vini al mondo, molto abbordabili per il prezzo, con la soglia a 20 dollari, ci sono 5 italiani e uno è calabrese.

    Eric Asimov, il critico enoico del prestigioso giornale americano, stila periodicamente la lista dei sui migliori assaggi. Era toccato ai vini bianchi qualche mese fa con la bella notizia per lo Zibibbo di Benvenuto.
    Nelle ultime ore il critico ha ragionato sul tema del prezzo è l’ambito riconoscimento è toccato al vino di Odoardi: 1480 L’inzio del 2015.
    L’azienda del Savuto molto spesso si è trovata a rappresentare per la critica statunitense il gotha del vino italiano, anche in questa occasione piazza un suo vino nella prestigiosa lista.

    Sono affascinato dai vini di Calabria, la punta selvaggia e arida dello stivale d’Italia. La famiglia Odoardi, dice l’etichetta di questa bottiglia, vi coltiva dal 1480. Dubito che qualcuno facesse un vino come questo allora, ma chi lo sa? Questa miscela rossa, incentrata sull’uva gaglioppo, è affumicata, tannica e un po ‘selvaggia, come la Calabria, ma concentrata e deliziosa. (Jan D’Amore Wines, Brooklyn, NY)

    A questo link la notizia https://www.nytimes.com/2021/01/28/dining/drinks/20-wines-under-20-dollars.html

  • A Saracena la Biblioteca dedicata al vino

    A Saracena la Biblioteca dedicata al vino

    Ha subito una radicale trasformazione la biblioteca comunale di Saracena, il piccolo centro del Pollino, dove si produce il Moscato, presidio Slow Food. Tre anni fa è stata trasferita, su volontà dell’amministrazione comunale, a Palazzo Mastromarchi nel cuore del centro storico, nello stesso plesso dove al primo piano ha sede la pinacoteca ricca di opere di tanti maestri dell’arte italiana. Con i contributi regionali e del Mibact l’amministrazione guidata dal sindaco, Renzo Russo, ha puntato alla valorizzazione del patrimonio librario, acquistando nuovi volumi e creando una sezione dedicata al vino al servizio dei produttori del territorio e dei wine-lovers.

    Ben assortita la sezione con volumi di autori italiani ed esteri che permette di approfondire vari aspetti dedicati al vino, dalla produzione, alla degustazione L’offerta spazia dalle immancabili guide di settore a opere di approfondimento. Tra questi, per citarne alcuni, il libro sulla Borgogna di Armando Castagno, il Grande vino dei vini dolci d’Italia di Massimo Zanichelli, la traduzione italiana di Matteo Gallello del fumetto francese Gli ignoranti, le Memorie di un assaggiatore di vini di Daniele Cernilli, Vino (al) naturale di Alice Feiring, il Respiro del vino del professore Luigi Moio, l’Atlante geologico del professor Attilio Scienza, L’invenzione della gioia di Sandro Sangiorgi, il Trattato sulla viticoltura del professor Mario Fregoni, il classico Vino al Vino di Mario Soldati e Le parole del vino di Fabio Rizzari.

    Foto dal web di Michal Jarmoluk

  • Saveria Sesto e la storia dell’azienda Librandi

    Saveria Sesto e la storia dell’azienda Librandi

    Mi sono immersa nel libro Librandi – Storie di uomini, vigneti e vini di Gianfranco Manfredi con l’introduzione di Cesare Pillon e in due giorni l’ho sorseggiato come si fa con un calice che tira l’altro per arrivare alla fine, appassionandomi pagina dopo pagina di fronte alla narrazione della storia dei Librandi, che non è solo il percorso di un’impresa, ma è il racconto intrecciato della viticoltura e l’enologia della Calabria.

    La penna di Gianfranco Manfredi, noto giornalista enogastronomico e sommelier   della Calabria, nelle 169 pagine in italiano (vi e’ anche una versione in inglese) racconta la storia della Cantina Librandi di Cirò che nei 100 anni si e’ sviluppata, radicata ed evoluta in Italia e nel mondo attraverso le loro etichette.

    Ne ripercorre le vicende di una famiglia di viticoltori quando nel 1916 i fratelli Nicodemo e Raffaele acquisiscono con un contratto di affitto una vigna di un ettaro e mezzo e nel 1929 Raffaele, a soli 23 anni, aggiungendo a piccoli passi altra superficie e le quote di altri familiari, acquista la casa paterna che adibisce a cantina e nel ’53 comincia a imbottigliare “un vino popolare, semplice e a buon mercato”.

     Comincia così a farsi notare tanto che nel 1958 riceve 50.000 lire in Premio dal  Ministero per l’Agricoltura e Foreste come quarto classificato   quale “piccola azienda agricola “. Da questo momento, negli anni ’60, saranno i figli Tonino e Nicodemo Librandi, che avvieranno un processo di crescita che ci porta fino ai nostri giorni affermando un marchio aziendale divenuto identitario del Cirò e del vino della Calabria.  

    E’ una narrazione appassionata di fratelli le cui idee si sono trasformate in azioni all’unisono e che nei rispettivi ruoli delineano una normale famiglia della Calabria  tenace, attaccata alla vigna, laboriosa, lungimirante e con i piedi per terra  che traccia un percorso con una progressione lineare senza conoscere intoppi, cadute e battute d’arresto.

    Difficoltà, certo che ne hanno incontrato e di ogni genere, in un contesto in cui tecniche agronomiche ed enologiche, la ricerca scientifica e i servizi all’agricoltura sono ancorati a empirismo e la pubblica amministrazione e’ sorda e miope o d’intralcio anche ai progetti più semplici.

    Pregiudizi e critiche pure e anche tante, quando negli ’90 dopo l’affermazione del vino Duca S. Felice, il Gaglioppo riserva che aveva ricevuto il largo consenso degli intenditori (premio Duja d’or, medaglia  oro a Basilea e oro a Verona), si punta dare ai vini un’interpretazione  internazionale lanciando vitigni come lo Chardonnay o il Cabernet Sauvignon che entrano nel bianco Critone e nel rosso Gravello e questo nuovo ingresso viene  interpretato come esterofilia dissacrante ed eretica in un contesto regionale fossilizzato al passato.

    Entrambe le etichette faranno fortuna in tutti i mercati ed apprezzati da tutti i palati dei wine lovers italiani ed esteri. C’è un verbo che si e’ tramandato nel DNA familiare, crescere e crescere, con saggezza e con i piedi per terra, ma anche investire e selezionare.

    Selezionare persone, collaboratori, consulenti e vitigni. Lo saranno gli enologi Severino Garofolo negli anni ‘70-‘80 e Donato Lanati a seguire fino ai nostri giorni, che interpretano e si ritrovano con la filosofia e la visione dei fratelli Librandi che vede la terra, le vigne e le risorse umane come centralità della produzione del vino.

    Questi saranno illuminanti e determinanti per raggiungere i più prestigiosi traguardi con i vini: Duca S. Felice, Gravello, Magno Megonio, Critone, Efeso, Passule, Terre Lontane, Labella, Asilya e per ultimi gli spumanti Almaneti e Rosaneti. Enologi che fanno il paio con agronomi che conoscono la terra, le piante, le pendenze, l’insolazione e le necessità delle vigne, nome, cognome e forme dei grappoli.

    Sono Davide De Sanctis, profondo conoscitore delle vigne e poi gli accademici protagonisti della ricerca agronomica Attilio Scienza, Mario Fregoni, Anna Schneider, Franco Mannino, Maria Stella Grando, Diego Tommasi, il meglio della ricerca scientifica italiana che su diversi fronti hanno inciso nella storia dei Librandi.

    Una squadra salda, sempre presente e mai variata, nella quale Enzo Mazzei, Salvatore Certomà e Donato Abenante garantiscono la quadratura dell’amministrazione dell’impresa.

    C’è un valore da sottolineare in questa memorabile  Storia di uomini vigneti e  d’impresa ma  con indiscutibili ricadute sulla viticoltura  della Calabria ed  e’ l’operazione culturale di cui si sono fatti interpreti per aver salvato, raccolto e custodito   una  collezione dei vitigni della Calabria, unica nel suo genere e frutto di un lungo e faticoso lavoro di ricognizione sui territori, che rappresenta l’Arca delle varietà antiche a rischio di estinzione  e che ha dato l’avvio alla  ricerca scientifica sull’identificazione genetica  e  sulla selezione di cloni da cui è scaturita l’iscrizione  nel Registro Nazionale e a seguire la moltiplicazione nei vivai.

    Un lavoro immane, supplendo il ruolo pubblico, che ha consentito di creare una letteratura viticola facendo emergere la Calabria con il suo ricco serbatoio di vitigni sconosciuti e il suo preservato patrimonio genetico.

    La diffusione delle prove e dei risultati e’ assicurata nelle pubblicazioni “Gagliopoo e i suoi fratelli”, “Valorizzazione con metodi moderni di un’antica vocazione viticola” “I vignaioli del Cirò” ma anche attraverso il Patto Librandi, un protocollo di lavoro diretto a 40 viticoltori associati, allo scopo di svecchiare metodi di coltivazione arcaici e tradizionali e diffondere le acquisizioni di un nuovo modello di viticoltura di precisione.

    Senza dimenticare che in queste storie di uomini nel silenzio si affiancano le donne di casa Librandi, Enza e Concetta, donne di vino che hanno condiviso e supportato l’impresa apportandone sensibilità femminile e assicurando il culto della famiglia.

    Gianfranco Manfredi, ne ha tracciato la storia antica e moderna dei Librandi (230 ettari vitati, 2,5 milioni di bottiglie, 50% export in 40 Paesi), oggi affidata a Paolo, Raffaele, Teresa e Francesco, sotto la guida del professore Nicodemo, a buon diritto nominato Ambasciatore delle Città del vino, che e’ “la sintesi di amore e dedizione per la terra e per i vigneti, cultura enologica e scienza, conciliate ogni giorno tra i filari e la cantina e un antico coraggio nel guardare lontano”.

    Saveria Sesto

  • I Terre di Gerace della Barone G.R. Macrì conquistano gli USA

    I Terre di Gerace della Barone G.R. Macrì conquistano gli USA

    Importanti risultati arrivano per l’azienda della Locride della famiglia Macrì, in USA i vini Terre di Gerace Rosso e Bianco conquistano la medaglia d’oro e il rosato quella d’argento nel concorso della testata American Wines Paper (Carta dei Vini d’America), il giornale specializzato per gli operatori della ristorazione, della distribuzione e della vendita professionale di vino.

    I membri della giuria sono principalmente acquirenti di società di importazione e distribuzione oltre che giornalisti specializzati ed esperti di vino, liquori e birra. La missione del concorso è quello di intercettare prodotti adattati al mercato americano e statunitense.

    L'immagine può contenere: il seguente testo "CERTIFICATE America Wines Awards 2021 Terre di Gerace IGT Calabria Bianco 2019 GOLD 2021 AMERICA AWARDS Barone Bon..Macri G.R. Macrì BY:AMERICAWINESPAPER.COM"