Il mondo
del vino e dell’enoturismo della Calabria rappresentati da Associazione nazionale Città del
vino – Calabria, Movimento Turismo del Vino,
Slow Food condotte di Catanzaro e Soverato, Fondazione Italiana Sommelier, Associazione
Italiana Sommelier Calabria e L’Albero della Vite esprimono il forte dissenso verso la costruzione
della terza discarica a Lamezia e l’ampliamento della prima e seconda vasca
previste dall’ordinanza regionale del 20 maggio 2020.
Non per puro
pregiudizio, né per disconoscere la fase emergenziale dei rifiuti in Calabria,
ma perché stanchi di metodi vecchi ed obsoleti, sfiduciati dall’inerzia della
politica regionale e sdegnati per come si bistratti il mondo agricolo e le eccellenze
della Piana di Lamezia.
Il nostro vocabolario
quotidiano è costituito non da parole ma da azioni e strumenti: Enoturismo, agricoltura
di qualità e Piano regolatore delle Città del vino. Quest’ultimo inteso come strumento
comunale di governo del territorio, con la sfida di gestirlo in modo
sostenibile, a partire dal riconoscimento del valore del “sistema
vigneto” e non per trovare un posto a tutte le esigenze urbane, ma per capire
quali di queste possano essere soddisfatte dal territorio e a quali condizioni.
In altre parole, si tratta di identificare la
capacità di carico del territorio e a questa commisurare i progetti di
sviluppo. È il territorio che detta le regole alla
società, non più il contrario.
Questo strumento riconosce che la campagna esprime
valori almeno di pari rispetto alla città, dunque la campagna non è più una
categoria residuale e subalterna alle esigenze urbane, ma ha pari dignità e
pari diritti. Una delle prime indicazioni, infatti, è di salvaguardare i territori più adatti alla
viticoltura e proteggerli da localizzazioni incongrue (discariche, aree
industriali e opere a forte impatto), nonché studiare modi non conflittuali per
inserire le localizzazioni compatibili .Un
altro elemento portante del Piano regolatore delle Città del vino è il rapporto
con la popolazione e i produttori: nulla di serio si può fare se non si
ascoltano e coinvolgono attivamente gli abitanti e gli agricoltori, primi
depositari di saperi e autori/attori del territorio e del paesaggio, tanto più
alla luce della Convenzione Europea del Paesaggio, che riconosce il ruolo strategico
della “percezione” del paesaggio.
Ciò
premesso, le associazioni del Mondo del Vino, ritengono che la
Regione Calabria non possa gestire in continuo stato di emergenza la questione rifiuti
con metodi vecchi, triti e ritriti da 20 anni, scegliendo la via più sbrigativa
in vista dell’imminente estate, riabilitando la seconda vasca, peraltro
sequestrata, e programmando la costruzione di una nuova terza discarica.
Come il Comune di Lamezia Terme non può
promuovere il Distretto del Cibo, patto
siglato in questi giorni, quale
strumento per valorizzare le eccellenze agricole e non salvaguardare le aree
vocate per il vino Doc Lamezia,
l’enoturismo tra i vigneti, le produzioni biologiche del suo comprensorio Doc, ma
screditare il suo brand identitario, addirittura disattendendo i regolamenti
n.2081/92/CEE e n. 2092/91/CEE in difesa dei marchi IGP e Doc.
Lamezia deve essere identificata come Città del vino, dell’Olio, della Cipolla e di tutti i suoi sapori e saperi e non come la Citta delle tre discariche.
SAVERIA SESTO, L’Albero della Vite