Ultime notizie

  • La scoperta del Cirò, un colpo di fulmine per Walter Speller

    La scoperta del Cirò, un colpo di fulmine per Walter Speller

    Sono usciti due articoli e una raccolta di note di degustazione dedicati al Cirò su JancisRobinson.com a firma di Walter Speller, il responsabile per l’Italia della testata del critico inglese tra i più influenti al mondo.

    Speller racconta una grande scoperta iniziata in occasione della degustazione del 50ennale dell’istituzione della denominazione del Cirò, che si è svolta al Vinitaly 2019 a Verona.

    Un vero colpo di fulmine dovuto all’eccezionale batteria di degustazione con vini dagli anni ‘60 fino ad oggi.

    Gli articoli partono da un’analisi storica del mondo del vino calabrese “la Calabria è una delle regioni vinicole più antiche d’Italia e del mondo. Dall’inizio del ventesimo secolo, ha affrontato un forte declino fino all’emarginazione” per approdare al racconto del rinato protagonismo del Consorzio del Cirò e Melissa guidato da una nuova generazione, dell’esperienza della Librandi, della Ippolito 1845, delle giovani piccole aziende ‘A Vita, Cataldo Calabretta, Sergio Arcuri fino a gli outsider Menat, una delle ultime aziende del vino nate in Calabria da 3 amici (2 dei quali non calabresi).

    Le note di degustazione a corredo degli articoli oltre ai vini delle aziende citate riguardano i vini di Caparra & Siciliani, Senatore e Zito.

    La “Cirò Experience” di Walter Speller parte da un presupposto: “il vino Cirò dimostra che l’idea che le produzioni pregiate in Italia siano presenti solo dagli anni ’70 in poi è una distorsione della verità”. L’indagine di questa intuizione è la molla che lo ha spinto a compiere per la prima volta nella sua carriera 2 viaggi a pochissima distanza: “sono stato profondamente affascinato dalla Calabria e in particolare da Cirò […] durante i miei due viaggi ho scoperto che negli ultimi 20 anni il Cirò ha tratto ispirazione dal suo passato come nessun’altra denominazione in Italia.

    Si accorge di un dato che sottolinea la grande rivoluzione in atto in Calabria “ciò che aiuta è l’elevato livello di cooperazione tra produttori qui, qualcosa che purtroppo è raro in Italia”.

    Per leggerli:
    Cirò Il passato
    Cirò il Futuro
    Cirò Tasting Notes

  • Il Natale in Calabria delle Donne del Vino

    Il Natale in Calabria delle Donne del Vino

    Hanno esplorato e approfondito, in un confronto aperto e multidisciplinare, il tema “La tavola di Natale”. E hanno prospettato, col sottotitolo “Calabria: cibi e vini di tradizione”, una lettura di “genere” delle usanze enogastronomiche natalizie, mettendo in luce l’apporto femminile di creatività, competenze e rinnovamento del comparto enologico.

    Domenica scorsa ad Altomonte, nella cornice dell’hotel Barbieri affacciato sul pregevole borgo medioevale, “Le Donne del Vino Calabria”, guidate da Vincenza Alessio Librandi, delegata regionale dell’associazione, hanno promosso un’importante riflessione collettiva sulle usanze natalizie regionali. Scopo dichiarato dell’iniziativa, la tutela e la valorizzazione di un patrimonio di cultura materiale ma non solo, legato al cibo, al vino e al territorio.

    Dopo i saluti di benvenuto di Laura Barbieri, donna del vino e padrona di casa, l’intervento di Vincenza Alessio Librandi, che ha condotto i lavori, ha puntato l’attenzione sul peso crescente delle presenze femminili nello scenario enologico. La Librandi ha colto l’occasione per annunciare i prossimi progetti che nel 2020 le Donne del Vino dispiegheranno sul territorio regionale, e per sottolineare che anche quello del vino si sta rivelando sempre meno un “lavoro da uomini”, un modo garbato ma orgoglioso per ricordare che pure in Calabria il vino sta cambiando look ed è in corso una rivoluzione rosa.

    E’ toccato poi al professor Ottavio Cavalcanti, già ordinario di “Storia delle Tradizioni Popolari” all’Università della Calabria, tratteggiare le tradizioni locali legate alla tavola di Natale. “Scaliddri”, “turdiddri”, “pitte impigliate” e dolciumi, pani dolci e sacri, e modalità di consumi sono stati illustrati in chiave antropologica e storica, con un excursus che, oltre le tradizioni cristiane, è risalito ai riti legati al solstizio d’inverno, al contrasto tenebre-luce, al “Natale del sole vittorioso “. Lo studioso ha concluso rimarcando come sia diffusa la tradizione delle 13 portate natalizie e quanto gli usi in Calabria cambino parecchio anche a distanza di pochi chilometri.

    E proprio alla grande diversificazione di una tradizione gastronomica “plurale” si è riallacciato l’intervento di Maria Rosaria Romano, donna del vino e sommelier (presidente di Ais Calabria), che ha fornito preziose indicazioni per favorire al meglio il connubio vino-cibo in un pranzo complesso come quello natalizio. Nel tintinnare di calici di bianchi, rosati, rossi, passiti e bollicine, raccontato dalla Romano, non è mancata un’incisiva sottolineatura dei livelli di qualità raggiunti dall’enologia regionale.

    Il successo del convegno (che ha fatto proprio anche un contributo di solidarietà con la “Mensa di Mamre” promossa don Francesco Faillace) è stato confermato dagli interventi del professor Giuseppe Squillace, docente di storia greca all’Università della Calabria, di Emanuele Di Stefano, esperto di arte presepiale che ha messo in luce una mostra sul tema e dalle significative presenze di produttrici di vino, da Flaviana Bilotti (Serracavallo) a Maria Paola Marini (Poderi Marini), da Francesca Curto (Cava di Melis) e le sorelle Belmonte (Antico Fienile), insieme alle donne del vino: la sommelier Silvia Gulisano e le sorelle Caterina e Domenica Malaspina dell’omonima cantina reggina (hanno inviato messaggi di saluto le donne del vino Luciana Marino e Tiziana Pedà, assenti per motivi di lavoro).

    Infine, guidati dalle melodie degli zampognari, aperitivo in terrazza e una degustazione con ricco buffet : “Ispirato alla tradizione delle 13 portate accompagnate dai vini di diverse aziende calabresi – rimarca Vincenza Alessio Librandi – a conferma della competenza e della raffinata ospitalità di casa Barbieri”.

  • Dei Cru e del Magliocco dolce

    Dei Cru e del Magliocco dolce

    Apprendiamo da una circolare dello Studio RNN di Aurelio Arnone un’importante notizia che riguarda il comparto viticolo regionale

    Il Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari comunica che la Regione Calabria ha deliberato i criteri per la predisposizione dell’elenco regionale della menzione vigna.

    Questo importantissimo strumento consentirà al termine ‘ vigna’, seguito dalla menzione (il toponimo o il nome tradizionale), la funzione di attestare una determinata produzione qualitativa dei vini a denominazione di origine. La Giunta regionale, in sostanza, ha approvato i criteri per la predisposizione dell’elenco regionale delle menzioni di “vigna” e ha demandato al Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari l’espletamento di tutti gli atti conseguenti, sulla scorta delle istruttorie eseguite dalle competenti strutture dello stesso Dipartimento.

    “Con queste due delibere di Giunta è stata riconosciuta la giusta importanza ad un comparto di grande rilevanza per l’agricoltura e l’economia della Calabria. Stiamo parlando dunque di risposte concrete al settore vitivinicolo calabrese, che sono state possibili anche grazie alla riorganizzazione amministrativa regionale. Con la specificazione della vigna nell’etichetta sarà chiara e inequivocabile l’importanza del terroir per la determinazione della qualità unica dei nostri vini. E finalmente anche il Magliocco dolce sarà effettivamente al pari degli altri vitigni autoctoni calabresi. Passi importantissimi per il comparto vitivinicolo regionale, fondamentali affinché i vini calabresi di qualità siano realmente riconoscibili e possano acquistare maggiore competitività sui mercati”.

    Il Dipartimento Agricoltura rende noto inoltre che la Giunta ha deliberato anche un aggiornamento del registro regionale delle varietà di vite classificate idonee alla produzione di uva da vino, inserendo la varietà Magliocco Dolce, con utilizzo limitato alla sola Regione Calabria. La delibera di Giunta segue il decreto ministeriale con il quale il Magliocco dolce è stato inserito nel registro nazionale dell’uva da vino.

    Oggi si chiude un lungo e complesso iter per il riconoscimento ufficiale e la valorizzazione del Magliocco dolce, uno dei vitigni autoctoni calabresi più interessanti ed apprezzati sia in Calabria che fuori dai confini regionali”.

  • La FIVI calabrese

    La FIVI calabrese

    di Roberto Polisicchio

    Il 23, 24 e 25 novembre 2019 si è svolta la IX edizione del Mercato dei vini dei Vignaioli Indipendenti nella consueta sede di Piacenza Expo.

    Chi mi conosce bene sa che sono taciturno e cerco di starmene per i fatti miei, però a volte a contatto di qualcuno e qualcosa divento estroverso e brillante, nella fattispecie, con la semplicità dei vignaioli indipendenti e con il loro vino genuino. Mi esalto nel “rumore gradevole” di una fiera ineguagliabile e mi lascio coinvolgere emotivamente, inebriato dai profumi e dai sentori (aromatico, floreale, fruttato, speziato…) dei vini, probabilmente perché incontro gente con valori irrinunciabili, come l’amore per la terra ed il rispetto della natura.

    Il logo della Fivi, < un omino che trasporta uva e che proietta un’ombra a forma di bottiglia …. Produttori che vivono e operano in uno specifico territorio e che non si limitano a prendere, ma si prodigano a dare; rispettando, custodendo, tutelando, e promuovendo la specifica area in cui lavorano. Ed è così che ogni bottiglia racconta la propria storia, restituendo con gli interessi tutto quello che dal territorio ha preso. > per approfondire

    Per il quarto anno consecutivo partecipo e prendo atto che sono 626 i vignaioli coinvolti e presenti sui 1.300 soci di tutte le regioni italiane (credo che esista ormai un “Click Day” per partecipare), una Federazione in crescita. I produttori associati sono suddivisi così 70% al Nord, 20% Centro Italia e 10% Sud Italia ed Isole. La crescita maggiore è al Sud ed anche in Calabria si è avuto un forte incremento delle adesioni i soci dovrebbero essere 29, ricordo all’inizio non erano neanche una decina.

    La prima cosa che ti salta agli occhi quando entri al Mercato FIVI, che miete un successo dietro l’altro, è la “ricchezza umana”, un evento particolare dove il dialogo regna sovrano sia tra gli stessi vignaioli e sia tra gli espositori e i visitatori accomunati dalla passione. Qui per il consumatore conta moltissimo: il terroir, il rapporto qualità/prezzo, il conoscere tradizioni locali, il considerare il grande valore culturale dell’alimentare, insomma la maggior parte di chi passa ore ed ore nei padiglioni possiede la cosiddetta “consapevolezza del consumatore”, appartiene ad una tipologia privilegiata ed i vignaioli sono orgogliosi di essere gli ambasciatori delle proprie zone. Ed allora citiamo i 19 vignaioli Calabresi, che hanno partecipato per innalzare e diffondere il valore del vino della Regione, eccoli nell’ordine di come erano scritti sulla mappa distribuita all’ingresso: ALTOMONTE (RC), CANTINA MASICEI, (VV) CANTINE ELISIUM (CS), CANTINE VIOLA (CS), CASA COMERCI (VV), CATALDO CALABRETTA (KR), CERCHIARA (CS), DELL’AERA VIGNETI E CANTINA (CZ), DELL’AQUILA (KR), FEZZIGNA VINI (KR), LE MOIRE (CZ), ROCCA BRETTIA (CS) ROMANO VINI DI ROCCO PIRITO (KR), SANTINO LUCÀ (RC), SCALA CANTINA E VIGNETI (KR), SERGIO ARCURI VINI ARTIGIANALI BIO (KR), TENUTA DEL CONTE (KR), TENUTE PACELLI (CS), TERRE DI BALBIA (CS).

    Tutti indistintamente hanno fatto scoprire il fascino e la bontà del vino calabrese in modo spontaneo, un incredibile espressione di compattezza, forza e voglia di far emergere una miscela di vini esplosivi.

    Tanto da far breccia su un migliaio di persone, la soddisfazione più bella per me, e forse lo sarà anche per loro, è racchiusa nelle parole di una mia amica l’Antonella Consonni che, dopo aver visitato con me ed altri suoi amici i banchi della mia amata terra, scrive un WhatsApp “… una giornata bellissima ricca di emozioni dove ho stretto tante mani calorose e sincere di persone che lavorano con il cuore … giornate così arricchiscono e fanno stare bene”. Proprio vero, se li conosci i vignaioli di FIVI CALABRIA riscontri una categoria pura, genuina e autentica come, sovente mi è capitato di sperimentare, non poteva essere altrimenti fanno parte di un’aggregazione di vignaioli indipendenti che in maniera passionale “ha lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani”.

    La gallery delle foto CLICCA QUA

  • Un calabrese tra i 100 di Wine Spectator

    Un calabrese tra i 100 di Wine Spectator

    I redattori di “Wine Spectator”, la più influente rivista americana nel mondo del vino, ogni anno esaminano tutti i vini recensiti nel corso degli ultimi 12 mesi, provenienti da ogni parte del  mondo e selezionano i migliori 100 in base a qualità, valore, disponibilità sul mercato e quel quid in più rappresentato dall’emozione che un vino è in grado di regalare.

    In questa lista di 100 vini che vede ai primi 3 posti mostri sacri dell’enologia mondiale quali il St Julien di Chateaux Leoville Barton della zona di Bordeaux, il Chianti Classico di San Giusto a rentennano in Toscana, il Cabernet Sauvignon di Mayacamas prodotto nella Napa Valley in California, si è classificato al 77esimo posto il Mare Chiaro Cirò bianco della storica azienda calabrese Ippolito1845, al quale la rivista americana ha attribuito un punteggio di 90 punti.

    Un bianco fragrante, di corpo leggero, con una acidità sbalorditiva sulle labbra e una consistenza delicatamente gessosa, offre sapore di melone, gelsomino e polpa di pompelmo. Il finale è minerale” scrivono i degustatori di Wine Spectator. In effetti si tratta di un vino prodotto da uve Greco bianco,  millenario vitigno calabrese,  coltivate in vigneti di pianura dal terreno sabbio-limoso a poche decine di metri dal mar Ionio, nel cuore della DOC Cirò. Proprio queste caratteristiche pedoclimatiche unite ad un’esperienza centenaria della famiglia Ippolito nella coltivazione e trasformazione di quest’uva, permettono di ottenere un vino fresco, mediterraneo con una piacevole nota marina finale, battezzato con il nome di Mare Chiaro proprio in onore del meraviglioso mare di Cirò poco distante dai vigneti.”

    “Il riconoscimento conseguito, certamente il più importante mai avuto finora, premia tutto il lavoro, le risorse e gli investimenti effettuati dalla nostra famiglia in questi ultimi 15 anni, finalizzati da una parte ad elevare la qualità dei vini nel segno della territorialità e dall’altra a promuovere le  produzioni in giro per il mondo. Ma sopratutto  credo che rappresenti un premio non solo alla nostra azienda, ma all’intero territorio calabrese e che sia da stimolo importante a fare sempre meglio, fiduciosi del fatto che la strada intrapresa sia quella giusta. Orgogliosi di tale riconoscimento condividiamo la nostra gioia insieme a tutti i nostri collaboratori, clienti ed amanti del buon bere.” asserisce Vincenzo Ippolito, che gestisce l’azienda insieme al fratello Gianluca e al cugino Paolo.

  • Cantine aperte a San Martino. In Calabria week end di appuntamenti

    Cantine aperte a San Martino. In Calabria week end di appuntamenti

    L’adagio recita che “Nell’estate di San Martino si spilla la botte e si assaggia il vino” e così come da tradizione torna l’appuntamento con Cantine Aperte a San Martino. Il prossimo week end – 9 e 10 novembre – anche in Calabria, come nel resto del Paese, il Movimento turismo del vino celebra l’evento autunnale con i produttori, per condividere con i tantissimi appassionati la gioia di assaggiare eccezionalmente i vini dell’ultima vendemmia e non solo.

    Protagonisti indiscussi saranno i vini, non solo quelli novelli ma anche quelli delle annate precedenti, a far da guida alla visita alle cantine, l’incontro con i produttori, spunto per la conoscenza del territorio e delle sue ricchezze culturali, gastronomiche, antropologiche.

    «E’ con questo spirito – ha sottolineato il Presidente del Movimento Turismo del Vino Calabria, Pierluigi Aceti – che ci affacciamo a questo nuovo appuntamento che rilancia la sinergia con il territorio, ci apre al confronto con gli appassionati del vino, ci permette di far conoscere la nostra associazione e gli associati per allargare il target dei nostri contatti e stabilire nuove collaborazioni tra pubblico e privato».

    In Calabria le cantine che propongono appuntamenti per il prossimo week end cono Acroneo di Acri (Cs), l’azienda agricola di Antonio Altomonte a Palizzi (Rc) e Feudo Gagliardi a Caluonia (RC). Per informazioni dettagliate sugli appuntamenti consultare il sito movimentoturismovino.it

  • A Carfizzi (KR) per stimolare i 5 sensi

    A Carfizzi (KR) per stimolare i 5 sensi

    E’ ancora nell’aria il grande successo degli anni precedenti: un folto e motivato pubblico venuto anche dai Comuni limitrofi ha animato la piccola realtà del borgo Arbëresh di Carfizzi  della provincia di Crotone. La manifestazione, quest’anno si presenta da un punto di vista originale, quello aperto a tutti: dagli appassionati ai semplici curiosi, e dagli operatori del settore ai consumatori. Sarà una grande occasione d’incontro tra l’uomo, il vino, i prodotti e la cultura; ambientata nella cornice di bellezza, arte e tradizione di un borgo gioiello, quale è Carfizzi, capace di coniugare qualità della vita e respiro internazionale, passato e presente, prestigio architettonico e culturale e laboriosità della sua gente. Per il 10 di novembre, dalla mattina e per tutta la giornata sarà organizzata una grande esposizione, da visitare liberamente accedendo dalla porta delle erbe profumate del bosco, percorso che si snoderà per le vie del centro, nel palazzo comunale e nelle piazze. Una serie di incontri: workshop, degustazioni, presentazioni e momenti conviviali di arte e spettacolo ed una accurata sezione di laboratori. Al workshop interverranno Carmine Maio funzionario della Regione Calabria, Mario Antonio Amato sindaco di Carfizzi, Guglielmo Gatto vicesindaco ed i produttori Zito, De Luca e Vulcano.

    Giornata intensa di attività informative e degustazioni si alterneranno a percorsi culturali e musicali, laboratori creativi e del gusto, a cura dei produttori e dalla Scuola Primaria di Carfizzi.

    L’atmosfera del borgo sarà magica anche per l’infiorata di coperte antiche della tradizione Arbëresh e con un mostacciolo, tipico dolce di Carfizzi, si potrà partecipare al percorso del Parco Letterario dedicato a Carmine Abate e così tutti potranno essere protagonisti di atmosfere ritrovate e scambi di culture che alla fine diverse non saranno mai.

    Oltre alla presentazione dei novelli delle cantine Zito, De Luca e Vulcano, accompagnati dalle caldarroste, si parlerà di pane nelle sue svariate forme e sapori e così in questa giornata il leitmotiv sarà stimolare i cinque sensi.

    -La vista per guidarci tra vichi e piazzette, per posare gli sguardi sui palazzi ed incontrarsi con gli sguardi inediti e curiosi del borgo;

    -L’olfatto per curiosare tra gli odori dei vichi, la storia e gli aneddoti, le leggende e le dicerie popolari;

    -L’udito per accompagnarci nei silenzi e negli ambienti, là dove si può ascoltare dell’ottima musica e decodificare i discorsi dei frequentatori;

    -Il Tatto per consigliarci stand di artigiani dove “toccare e stroppicciare” prima di acquistare e farci toccare con mano la tradizione artigiana ed il nuovo designer;

    -Il gusto per conoscere i gusti gli odori ed i sapori, i gesti, le abitudini ed i piatti tipici della gastronomia Arbëresh e del Crotonese.

     

     

    PROGRAMMA

    DALLE ORE 10.00 – Centro storico

     

    – Apertura ”Villaggio dei Sapori e tradizioni del Territorio“, Percorso sensoriale, apertura porta delle erbe profumate.

    – Apertura spazio di suoni e musica con la banda musicale del Distretto Arbëresh diretta da M.stro Giuseppe Abate.

    –  Infiorata di coperte antiche della tradizione Arbëresh.

    –  Apertura stand con prodotti enogastronomici e della tradizione calabrese e laboratori del gusto.

    –  Mostra in Municipio degli oggetti della memoria Arbëresh.

    –  Laboratori creativi a cura della Scuola Primaria di CARFIZZI

    –  Spezzatino di Cinghiale a cura della squadra ”la Montagnella“

    –  Mostaccioli artistici

    .  Visite al Parco Letterario Carmine Abate

     

    Workshop con la partecipazione di

    Carmine Maio, Funzionario Dipartimento Agricoltura Regione Calabria,

    Mario Antonio Amato, Sindaco di Carfizzi,

    Guglielmo Gatto, vicesindaco, Ass. alla Cultura

     

    Laboratorio sensoriale

    “Il Novello 2019, storia e tecniche” a cura delle cantine  Zito, De Luca e Vulcano

    foto da internet

  • Ais, presentata a Roma la guida 2020. Criserà guida le 41 aziende calabresi

    Ais, presentata a Roma la guida 2020. Criserà guida le 41 aziende calabresi

    Sancisce un lusinghiero successo del vigneto-Calabria la premiazione di “Vitae-La Guida Vini 2020” dell’Associazione Italiana Sommelier guidata da Antonello Maietta che ha visto il rosso Armacìa 2018 della cantina Criserà di Catona di Reggio Calabria entrare nella rosa dei 22 vini a cui i sommelier dell’AIS hanno attribuito il premio speciale Tastevin, un prestigioso trofeo consegnato a Franco Tramontana contitolare dell’azienda calabrese, da Umberto Gambino.

    Ma nella guida dell’Ais la migliore Calabria enologica è presente con ben sei vini di altrettante cantine della regione collocati al vertice dell’eccellenza italiana da quella che si conferma la più grande e completa guida enologica del panorama nazionale. Con 15.000 etichette di oltre duemila cantine raccontate in un volume giunto ormai a contare quest’anno 2200 pagine, Vitae 2020 batte, infatti, ogni record nell’editoria del settore.

    La presidente dell’AIS Calabria, Maria Rosaria Romano presente a Roma alla manifestazione – ospitata nella suggestiva “Nuvola” dell’EUR, il “Roma Convention Center” dovuto alla matita dell’archi-star Massimiliano Fuksas – rende noti in anteprima i vini calabresi ai quali i sommelier AIS hanno assegnato l’eccellenza delle 4Viti e gli altri riconoscimenti della Guida.

    Si tratta del rosso Terraccia 2016 della cantina Serracavallo di Bisignano (CS), del Cirò Riserva 2016 della Caparra & Siciliani di Cirò Marina (KR), del Mantonico 2017 delle Cantine Statti di Lamezia Terme, del passito bianco Collimarini 2017 dei Poderi Marini di San Demetrio Corone (CS), del rosato Terre Lontane 2018 della Librandi e del rosso Armacìa 2018 di Criserà- premiato anche col Tastevin. “Con questo speciale riconoscimento attribuito quest’anno alla Criserà – sottolinea la presidente Romano – la nostra guida premia quei vini che hanno contribuito a imprimere una svolta produttiva al territorio di origine, testimoni, a prescindere dal numero di bottiglie prodotte, di una rivoluzione che fa oggi dell’Italia una delle aree vinicole mondiali al top in termini di qualità e biodiversità”.

    Il successo calabrese non si ferma qui. Nella nuova guida Vitae, la Calabria non sfigura neppure per gli altri riconoscimenti altrettanto lusinghieri. L’Aeternum 2017 Calabria IGP della Baroni Capoano e il Federico II 2016 Calabria IGT della Cantine Lento hanno avuto attribuito il titolo di vini Cupido (amore al primo sorso, il “coup de coeur” dei francesi) e altri quattro vini calabresi, il Cirò Rosato Prima Luce 2018 De Mare, il Cirò Rosso Etichetta Oro 2017 Enotria, il Donna Giuliana 2018 Calabria IGP Giraldi&Giraldi e il Critone 2018 Val di Neto IGT di Librandi sono stati insigniti col Salvadanaio che segnala in guida i vini col miglior rapporto valore-prezzo.

    Sfogliando la nuova guida dell’Ais, si scopre, inoltre quanto siano nutrite sia la pattuglia di cantine presenti che la batteria di etichette “made in Calabria”: ben 41 aziende illustrate e circa 200 vini selezionati e recensiti rigorosamente in degustazioni pubbliche “alla cieca” curate dai sommelier Degustatori Ufficiali dell’AIS.

    Si conferma, insomma, Vitae 2020, una guida che accende i riflettori anche su un’enologia come quella calabrese che Maria Rosaria Romano definisce “da anni, ormai, avviata decisamente su un percorso di crescita e di qualità del prodotto, puntando con tecniche moderne sul territorio con le sue antiche tradizioni e sulla riscoperta e la valorizzazione di un ampio e preziosissimo patrimonio di vitigni autoctoni salvato dall’estinzione”.

  • I vignaioli cosentini a Milano per Golosaria 2019

    I vignaioli cosentini a Milano per Golosaria 2019

    Da qualche tempo c’è “movimento” tra i giovani produttori del cosentino. Tutto è nato a margine di “Only Wine Festival” a Città di Castello (PG), “ci siamo messi attorno ad un tavolo e abbiamo iniziato a mettere ordine alle idee in comune. Non sapevamo che quella sera avremmo dato il via alla scintilla che oggi ci sta portando, in maniera unita e compatta, per la prima volta ad un evento enogastronomico fra i più importanti in Italia, Golosaria” afferma Valerio Cipolla di Tenuta Celimarro, uno degli animatori insieme ai suoi giovani colleghi del collettivo che da domani sarà protagonista a Milano per l’evento prodotto da Club di Papillon di Paolo Massobrio.

    Al momento fanno parte del gruppo 11 aziende dal Pollino a Donnici e ci sono altri vignaioli interessati ad entrare nella rete

    1. Azienda Agricola Cerchiara di Civita (Agostino e Vincenza Cerchiara)
    2. Cantine Elisium (Andrea e Marco Caputo)di Borgo Partenope (Cosenza)
    3. Rocca Brettia (Alessandro Volpe e Ileana Ferraro) di Donnici (Cosenza)
    4. Cantine Giraldi (Alessandro e Pierfrancesco Giraldi) di Rende
    5. Tenuta Celimarro (Valerio Cipolla) di Castrovillari
    6. L’Antico Fienile Belmonte (Ida e Simona Belmonte, Luigi Perrone) di Altomonte
    7. Azienda Vinicola Manna (Ernesto Manna) di Frascineto
    8. Cantine Chimento (Vincenzo Chimento) di Santa Sofia d’Epiro
    9. Archeo-Enologica Dì Bafaro – ACRONEO (Gabriele Bafaro) di Acri Vini biologici in anfora Azienda
    10. Agricola Maradei (Gina Bavasso) Saracena Vini biologici e Biodinamici anche in anfora
    11. Azienda Agricola Diana (Biagio Diana) Saracena

    Lo scopo del gruppo è ovviamente quello di fare rete, abbandonando le logiche individualistiche del passato per promuovere insieme il territorio vitivinicolo sia dentro che fuori regione e far conoscere i vitigni autoctoni ancora poco conosciuti ma molto apprezzati.

     

    A Golosaria porteranno la bandiera del gruppo 7 delle 11 aziende ed esporranno insieme sotto l’insegna VIGNAIOLI COSENTINI:

    Cantine Elisium (Andrea e Marco Caputo)di Borgo Partenope (Cosenza)
    Rocca Brettia (Alessandro Volpe e Ileana Ferraro) di Donnici (Cosenza)
    Cantine Giraldi (Alessandro e Pierfrancesco Giraldi) di Rende
    Tenuta Celimarro (Valerio Cipolla) di Castrovillari
    L’Antico Fienile Belmonte (Ida e Simona Belmonte, Luigi Perrone) di Altomonte
    Azienda Vinicola Manna (Ernesto Manna) di Frascineto
    Cantine Chimento (Vincenzo Chimento) di Santa Sofia d’Epiro

    Il vino è da sempre un elemento portante di Golosaria, mai come quest’anno l’affondo sarà esaustivo e variegato, con due formule di assaggio pensate per i visitatori. Una più libera, nell’area Wineemotion (Level 0), con 120 bottiglie in degustazione. Una più approfondita, con contatto diretto con le Cantine Top Hundred e wine tasting (Level 1).

    Insieme ai Vignaioli cosentini ci saranno altre 3 aziende del vino dalla regione

    Baccellieri – Bianco (RC)
    Nesci – Palizzi (RC)
    Serracavallo – Bisignano (CS)

     

  • I vini Cirò in degustazione in tutta Italia nella rete enoteche Vinarius

    I vini Cirò in degustazione in tutta Italia nella rete enoteche Vinarius

    Dal 21 al 27 ottobre in 32 enoteche dell’associazione nazionale sarà possibile degustare i vini del territorio cirotano
    Il Cirò è pronto a raccontarsi attraverso i suoi vini in ben 32 enoteche italiane dal nord al sud del Paese. Dal 21 al 27 ottobre infatti l’associazione delle enoteche italiane Vinarius conclude, con una settimana di degustazione e promozione dell’areale viticolo più conosciuto della Calabria, il suo viaggio reale e simbolico nella terra del Cirò che nel 2018 si è visto riconoscere il premio al territorio che ogni anno il sodalizio nazionale assegna ad un ambito geografico in virtù della sua vocazione vitivinicola, del suo paniere agroalimentare, dello sviluppo sostenibile, della tradizione, della storia e della sua accoglienza turistica.
     
    Il premio all’area vitata del Cirò – fra le più prestigiose della Calabria con una tradizione millenaria la lega alla produzione vinicola in un ambiente unico al mondo che da una parte abbraccia il mare e dall’altra è stretto fra le montagne – ha permesso ad una nutrita delegazione di enotecari Vinarius e AEPI, nel mese di maggio, di viaggiare nei territori di produzione del Cirotano, incontrare i produttori, visitare le cantine e apprezzare dal vivo il terroir e le sue potenzialità turistiche e culturali. Una grande azione di promozione per i viticoltori aderenti al consorzio di Cirò e Melissa, presieduto da Raffaele Librandi, che ha permesso allo storico vino calabrese di arrivare all’attenzione del pubblico di consumatori e appassionati. Dal 21 al 27 ottobre l’azione di valorizzazione e promozione del Cirò si concluderà con una settimana di degustazione che riguarderà 32 enoteche della rete nazionale di Vinarius che proporranno ai loro clienti di scoprire i mille volti di questa terra ricca di contraddizioni e contrasti sorprendenti, sapientemente raccontati dagli enotecari stessi. 
     
    Veneto, Umbria, Puglia, Campania, Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Sicilia ed ovviamente Calabria sono alcune delle regioni nelle quali si promuoverà il Cirò attraverso le etichette del consorzio di tutela e valorizzazione di questo storico vino che compie 50 anni dalla nascita della denominazione.  
  • L’istituto tecnico agrario di Catanzaro torna a fare il vino

    L’istituto tecnico agrario di Catanzaro torna a fare il vino

    di Alberto Carpino – Responsabile comunicazione Istituto Tecnico Agrario

    All’istituto tecnico agrario di Catanzaro si riparte da quattro

    Quattro anni di assenza è un tempo lunghissimo, quattro anni di interruzione in una delle attività didattiche che da sempre hanno rappresentato il fiore all’occhiello dell’Istituto Tecnico Agrario Vittorio Emanuele II di Catanzaro. Da quando esiste la scuola si è sempre fatto il vino, e la Città di Catanzaro ha sempre risposto con entusiasmo gradendo le produzioni tanto che tutto il il vino è stato sempre venduto

    Lo stop forzato è stato determinato dalla necessità di ristrutturare profondamente i locali della cantina scolastica per adeguarli alle normative igienico-sanitarie e per dotarli, contemporaneamente, delle più moderne attrezzature enologiche.

    La scuola agraria catanzarese ha sempre vantato una tradizione vitivinicola e fino agli anni ’90 poteva ostentare addirittura campi di vigneti sperimentali dove si studiava l’ampelografia e  le più modene tecniche di allevamento e coltivazione della vite. Successe, poi, che tutta l’area adibita alla sperimentleazione frutticola e viticola, fu inglobata in quello che è diventato il polmone verde della Città di Catanzaro: il Parco della Biodiversità Mediterranea della Scuola Agraria.

    Sembrava che tutte le competenze acquisite nei lunghi anni precedenti fossero destinate a perdersi, ma grazie alla lungimiranza dell’allora Preside Giseppe Rizzitano, la produzione vinicola non fu mai interrotta e riprese, anzi, con maggior vigore forte della esperienza maturata da quel Dirigente in quel di Conegliano Veneto. Tanti premi conseguiti nei più svariati concorsi enologici nazionali, specie quelli che si svolgono annualmente tra gli istituti tecnici agrari italiani. Premi che spesso hanno visto i vini dell’agraria di Catanzaro confrontarsi alla pari con Scuole molto più blasonate sotto il profilo delle produzioni vinicole. L’ultimo anno prima dello stop i vini dell’agraria erano esposti e degustati in una bellissima manifestazione in occasione della presentazione della guida slow wine di slow Food della Calabria.  Fin qui la storia passata. Oggi la scuola grazie all’entusiasmo e sotto l’impulso  di una nuova dirigente, la Dottoressa Rita Elia, si è ripresa il suo ruolo di protagonista nello scenario della formazione agraria regionale. E’ stato creato uno staff di docenti costituito dal Responsabile dell’Azienda e della Cantina Prof. Dott. Agr. Alberto Carpino e dai docenti della disciplina trasformazione dei prodotti Proff. Maria Giardinazzo, Maria Teresa Arcieri e Vincenzo Randazzo, supportati dall’esterno dal vitivinicoltore Cataldo Calabretta di Cirò e dall’Enologo Antonio Zaffina.

    Si è capito che questo era l’anno buono quando già nel mese di luglio si è iniziato a sbrogliare le pratiche per mettere a posto la situazione burocratica con la SCIA sanitaria e con la nuova attribuzione del Codice ICQRF rilasciato dall’ispettorato repressione Frodi, sede di Lamezia Terme, competente per territorio.

    Un lavoro meticoloso quanto necessario per garantire i consumatori riguardo alla sanità del prodotto che da qui a poco sarà messo in vendita e finirà sulle tavole dei consumatori che non hanno mai smesso di sostenere  e incoraggiare la scuola.

    Non è stato facile, riprendere le attività . Ritardi nelle consegne delle attrezzature enologiche hanno messo a serio rischio il ri-avvio delle produzioni vinicole. Ma quando il gioco si fa duro entrano in campo i duri. Ormai la macchina organizzativa era avviata e non si poteva rinviare oltre. L’attrezzatura al completo è così costituita: una pigia diraspatrice, una pompa di trasporto delle vinacce al fermentino, un fermentino refrigerato da 30 hl, una serbatoio da 30 hl e 3 da 20 hl ciascuno tutti collegate all’impianto ad atmosfera controllata, una pressa orizzontale, una riempitrice semiautomatica per imbottigliamento con tappatrice capsulatrice. Un impianto con una potenzialità di 80 hl che non ha alcuna velleità di competere con i produttori professionali ma che è utile principalmente dal punto di vista didattico, non certo a scopo di lucro ma solo per finanziare le attività didattico-laboratoriali, attesa la cronica mancanza di fondi ministeriali.  C’è anche un impianto sperimentale di spumantizzazione. A completare l’attrezzatura mancavano due pompe. Una, quella per il convogliamento del pigiato al fermentino  è stata consegnata appena il giorno prima. Mancava ancora una pompa per poter effettuare i rimontaggi. Tanto ben di Dio rischiava di non poter essere utilizzato perché banalmente mancava una pompa. Una cosa insopportabile!

    Ecco che dal cilindro spunta fuori la solidarietà e la voglia di esserci, di partecipare, di dire: anche io ho fatto qualche cosa per la mia scuola. Tra i tanti studenti figli di titolari di aziende agrarie il taciturno Pietro Iaquinta  propone di prestare alla scuola la pompa della sua azienda dove avevano appena finito di vinificare. Un gesto di generosità che ha consentito di ripartire con rinnovata energia.

    In men che non si dica sono stati contattati i produttori che hanno fornito una splendida uva dei vitigni Magliocco e Aglianico mentre per il bianco è stato usato il vitigno autoctono Mantonico.

    Ecco che la festa ha avuto inizio. Commovente l’entusiasmo che è stato generato dalla ripartenza delle attività, decine di studenti hanno fatto a gara per scaricare dal camion le cassette dell’uva. Una catena umana, che si muoveva con coordinazione fino allo svuotamento nella pigiadiraspatrice. L’accensione della macchina e via, un ciclo continuo per riempire il fermentino refrigerato.

    L’applauso liberatoria non appena le vinacce, risalendo una prevalenza di 3 metri hanno iniziato a riversarsi nel serbatoio. Di colpo esplode la gioia per aver vinto una battaglia che solo qualche ora prima sembrava fatalmente persa. E invece no, la caparbia, la voglia di riuscire a ritornare agli antichi fasti era un dovere che ciascun insegnante ha fatto propria per donare a questi studenti volenterosi il senso della loro presenza in questa gloriosa scuola.

    Dal punto di vista prettamente tecnico la fermentazione è partita in modo superlativo e sono già stati eseguiti 8 rimontaggi, in 4 giorni. Tutte le fasi sono costantemente monitorate nel laboratorio di Chimica Agraria dove si controllano i principali parametri chimici come indicatori del buon andamento della fermentazione fino al completo svolgimento dello zucchero in alcol.

    Le premesse per una buona produzione di qualità ci sono tutte. Quando il vino sarà pronto si organizzerà una festa alla quale tutta la cittadinanza sara chiamata a partecipare. Si degusterà il vino, e  saranno messi in vendita gli ortaggi prodotti nell’azienda scolastica, il mosto cotto, le confetture di frutta e le marmellate, i saponi fatti con l’olio lampante, e persino l’olio extravergine di oliva prodotto con le olive del parco della Biodiversità gentilmente offerte dal Presidente Michele Traversa.

    L’istituto Agrario V. Emanuele II di Catanzaro, 145 anni di vita, certamente uno dei più antichi d’Italia è rinato a nuova vita e può, da oggi,  rivendicare il suo ruolo da protagonista nel campo dell’istruzione agraria regionale, mentre si accarezza il sogno di poter attivare all’interno della scuola un indirizzo di enologia. La scuola se lo merita, i ragazzi se lo meritano, questo territorio se lo merita. La scuola sta facendo la sua parte, le Istituzioni preposte dovranno fare la loro.

     

  • Slow Wine 2020, i premi

    Slow Wine 2020, i premi

    Dalla introduzione della guida

    In principio erano i produttori classici, quelli storici da centinaia di migliaia di bottiglie, quelli che seguivano i gusti e le tendenze del mercato, quelli dei vitigni internazionali a tutti i costi e delle barrique a go-go. In principio erano i produttori solisti, quelli che «il mio vino», quelli che di lavorare insieme manco a parlarne.

    Poi sono arrivati i giovani vigneron con la loro testardaggine e l’amore per i vitigni autoctoni e i vini artigianali, quelli che hanno anticipato i gusti dei nuovi appassionati del vino. Dapprima furono quelli che noi di Slow Wine abbiamo definito Cirò Boys. E fu la nouvelle vague dell’enologia calabrese: hanno fatto scuola, e dalle pendici del Pollino fino alle coste che si rispecchiano nello stretto di Messina è stato un fiorire di piccole aziende vitivinicole con il pallino della valorizzazione del territorio.

    leggi tutto clicca qua

    I PREMI

    VINO SLOW

    Benvenuto 2018, Cantine Benvenuto
    Cirò Rosso Cl. Sup. 2016, ‘A Vita
    Cirò Rosso Cl. Sup. Più Vite Ris. 2013, Sergio Arcuri

    VINO QUOTIDIANO

    Cirò Rosato 2018, Cote di Franze
    Cirò Rosso Cl. 2017, Cataldo Calabretta
    Cirò Rosso Cl. 2017, Librandi